domenica 30 aprile 2006
Ovunque proteggi
a volte non vedo niente.
é come se fosse una notte senza luna e senza stelle.
poi d'improviso mi accorgo di una scia passata milioni di anni luce fa.
e allora mi duole la lenta meccanica mentale,
invece di gioire per l'insegnamento recuperato.
Om contro la paura.
Om contro la cattiva volontá.
Om, contro quel demonio che mi vuole convincere che lui esiste e Tu no.
Proteggimi dal male.
é come se fosse una notte senza luna e senza stelle.
poi d'improviso mi accorgo di una scia passata milioni di anni luce fa.
e allora mi duole la lenta meccanica mentale,
invece di gioire per l'insegnamento recuperato.
Om contro la paura.
Om contro la cattiva volontá.
Om, contro quel demonio che mi vuole convincere che lui esiste e Tu no.
Proteggimi dal male.
la caduta
ora spegnamo la luce - mi dicesti - voglio aprire gli occhi e vedere la tua faccia.
acconsentii.
spegnesti la luce, tu apristi gli occhi, io chiusi i miei.
in mezzo all'oscuritá lasciavi scorrere delicato i polpastrelli delle tue dita sulle linee del mio viso.
io, ubriaca, cercavo la tua bocca.
mi dicesti di no, e mi accennasti di lei.
mangiasti una torta e le briciole ti cadevano al suolo.
mia madre le raccoglieva e te le rimetteva in bocca.
poi uscimmo e camminammo fino alla casetta di legno sulla spiaggia, lí mi prendesti.
in quel momento tutto fu trasformato e dimenticato, tutto tranne la mia macchia.
guardavo una grassa norvegese correre dietro a 20 euri che volavano tra le sue gambe.
poi di nuovo Frank, e quella storia che credevo fosse finita.
ti raggiunsi al ristorante sul molo, quello all'aperto dei pescatori, e tu eri decrepito, ed avevi le ore contate: ordino un litro di vino? mi chiedesti
lo sai che non bevo, andrá bene un quarto - ti risposi.
poi uscimmo e apparsero due astronavi nel cielo. le vedi anche tu? forse sono venute ad aiutarci - ti dissi.
non sono altro che aquiloni, rispondesti.
tutto era finito con una notte di desiderio. fu il giorno in cui perdesti tutti i poteri.
Dez: ma sei proprio sicuro che non abbiamo mai giocato a scacchi prima d'ora?
K: credo di si, é la prima volta che ci incontriamo
Dez: eppure mi sembrava che l'altro giorno dicevi qualcosa a proposito della familiaritá della mia voce
K: si, che cosa strana
Dez: vuoi dire che non ti ricorda proprio niente il gioco della torre, i cavalli e gli alfieri?
K: agli scacchi, ed alle storie delle favole
Dez: sei mai stato innamorato di una regina tu?
K: scacco al re!
venerdì 28 aprile 2006
Tu stive 'nzieme a n'ato
je te guardaje
primma e da' 'o tiempo
all'uocchie e s'annamura'
già s'era fatt' annanze'o core.
A me, a me
'O ssaje comme fa 'o core
quann' s'è annamurato.
Tu stive 'nzieme a me,
je te guardavo e me dicevo:
comm' sarà succiesso
ca è fernuto;
ma je nun m'arrendo
ce voglio pruvà.
Poi se facette annanz''o core
e me dicett':"Tu vuo' pruvà?E prova.
Je me ne vaco."
'O ssaje comme fa 'o core
quann' s'è sbagliato.
But i would walk 500 miles
And i would walk 500 more
Just to be the man who walked 1,000 miles
To fall down at your door
(Najwa Nimri interpreting The Proclaimers)
And i would walk 500 more
Just to be the man who walked 1,000 miles
To fall down at your door
(Najwa Nimri interpreting The Proclaimers)
EL MAR: Azul cuerpo magnetico de oscuridad y abismo, con los altos caballos de la espuma lanza su poderio de acosante misterio por la noche y los dias de la tierra..
A veces duerme y se remansa en playas como si recobrase su abandono, un viejo sueño de algas y corales... Historias de navíos y mitos hundidos en sus fondos, salvajemente nuestro oido alcanza un fragor que ya no olvidaremos, pero brilla para siempre la ardiente hermosura indestructible!
Y tal vez necesito instantes de silencio.
Varias veces contigo sabiendo que te quiero
me enfado inútilmente sin verdadera razón.
De mañana en la calle el tráfico loco me agota.
Me enervan los semáforos y los stops.
Por la tarde vuelvo a casa con un malestar especial.
No sirven tranquilizantes o terapias.
Se quiere otra vida.
(Otra Vida - F. Battiato)
(Otra Vida - F. Battiato)
giovedì 27 aprile 2006
MATAME
e vi supplico nell' ironia: affondate le vostre lame nella carne e nelle ossa, affinché nel dolore rinunci ad esso, ed il mio corpo non sia piú una semplice gabbia.
diceva il mio padrino adorato:
se semini pomodori, non aspettarti di veder crescere cetrioli!
a quante idiozie ancora devo testimoniare prima di ricevere le stigmati del mio orgoglio?
diceva il mio padrino adorato:
se semini pomodori, non aspettarti di veder crescere cetrioli!
a quante idiozie ancora devo testimoniare prima di ricevere le stigmati del mio orgoglio?
My boy
Un potente guerriero, al comando del suo esercito, invase un paese vicino. Preceduto dalla sua reputazione, nessuno si azzardava ad affrontarlo e mentre questi avanzava, attraversava regioni deserte. Tutti fuggivano al suo passare.
Un giorno, in un paese, penetró in un tempio e scoprí un uomo dall'etá indeterminata, seduto, impassibile, nella posizione del loto. Il guerriero, interpretando la presenza immobile dell'anziano come una sfida, furioso, sfoderó la sua spada.
- Sai davanti a chi ti trovi, vecchio svergognato? Potrei trapassarti il cuore con questa spada senza sbattere ciglia.
Senz'ombra di preoccupazione, l'anziano gli rispose:
- E tu, sai davanti a chi ti trovi? Io posso lasciarmi trapassare il cuore senza sbattere ciglia.
(Racconto Zen)
Un giorno, in un paese, penetró in un tempio e scoprí un uomo dall'etá indeterminata, seduto, impassibile, nella posizione del loto. Il guerriero, interpretando la presenza immobile dell'anziano come una sfida, furioso, sfoderó la sua spada.
- Sai davanti a chi ti trovi, vecchio svergognato? Potrei trapassarti il cuore con questa spada senza sbattere ciglia.
Senz'ombra di preoccupazione, l'anziano gli rispose:
- E tu, sai davanti a chi ti trovi? Io posso lasciarmi trapassare il cuore senza sbattere ciglia.
(Racconto Zen)
mercoledì 26 aprile 2006
El que se vanaglorie por ignorancia está a medio camino de ser idiota.
e qualcun altro diceva: le aquile non volano a stormi.
e qualcun altro diceva: le aquile non volano a stormi.
Quello che non..
arrivai alla Stazione Centrale con un'auto verde. Lui vestiva il suo solito sorriso grasso, e mi aveva portato cioccolato alla cannella e zenzero per regalo, da una famosa dolceria di Modena. Un'abito gessato, ed una camicia rossa: "mi sono vestito cosí in tuo onore" mi disse, e venimmo da te. Sotto casa aspettava che le aprisse il portone una ragazza con la faccia pulita, e i vestiti piegati dentro alla custodia di un contrabbasso. Mi guardó preoccupata da tante garze bianco antico, e sussurró al suo orecchio: sembra una clessidra. "Non preoccuparti - la confortó lui - é venuta con me". Salimmo in casa e nella porta c'era un marco d'ottone che annunciava il benvenuto alla casa di un conte inventato. Su una sedia stava un padre piccolino, pieno di tubi di luci di Natale, e di chiodi e martelletti, e le stanze danzavano all'intermittenza tipica di case piú a sud. "Ué, ma che bella signurina". Nella cucina una mamma esperta in verdure alla piastra, e fritture. Mi avevano presentata giá a tutti, quando entrasti con il Giapponese, e il Negro Dum Dum.
Arrivasti e non volesti nemmeno guardarmi. Vestivi scarpe eleganti di cinquant'anni fa, idem per il vestito nero sbiadito, e cravatta sottile coordinata fuoritempo. Avevi un sacco di scatole piene di polvere e mi dicesti: "vuoi lavare i bicchieri, per favore?" certo - ti sorrisi. Lui si arrabbió con te, ma lo fermai: "lo faccio volentieri, mi piace lavare le stoviglie, e poi mi fa piacere stare in cucina". Tua madre mi sorrise e mi disse: "una accussí ci vorrebbe per il figlio mio, ma chill' nun tiene capa.." Allora lavai decine di calici tutti di misure diverse, preparai i piatti coi tovaglioli di carta per assorbire l'olio delle fritture, stappai vini e champagne e tutti vennero alla cucina, e mentre tutti mangiavamo, tuo padre m'invitó a ballare...ridesti e bevesti e m'ignorasti per tutta la notte. Nonostante, quando ti vidi triste e ubriaco su una sedia in mezzo alla sala mi avvicinai e ti baciai. "Buon compleanno - ti dissi". Mi guardasti come se fossi un angelo pulito in mezzo ad un cortile infangato. Continuai a ballare sola in mezzo alla sala, finché venne il freddo del mattino. Allora tutti si ritirarono nelle stanze da letto. Cosí mi avvicinai al camino per riscaldarmi prima del viaggio. Mai mi parlasti in tutta la notte. Mai a parte quel: "puoi lavare i bicchieri".. Ed oggi ancora penso se ci avessi bevuto da quei bicchieri invece di lavarli, in che tremendo guaio mi sarei ficcata. Perché neanch'io ho detto niente quella notte.
Poi il giorno dopo salisti sul palco e vestito da ussaro proclamasti solennemente: "Napoleone disse che un ussaro che superava i vent'anni é nu' cialtrone. Io ieri ne ho compiuti trentanove". E furono gli applausi.
Arrivasti e non volesti nemmeno guardarmi. Vestivi scarpe eleganti di cinquant'anni fa, idem per il vestito nero sbiadito, e cravatta sottile coordinata fuoritempo. Avevi un sacco di scatole piene di polvere e mi dicesti: "vuoi lavare i bicchieri, per favore?" certo - ti sorrisi. Lui si arrabbió con te, ma lo fermai: "lo faccio volentieri, mi piace lavare le stoviglie, e poi mi fa piacere stare in cucina". Tua madre mi sorrise e mi disse: "una accussí ci vorrebbe per il figlio mio, ma chill' nun tiene capa.." Allora lavai decine di calici tutti di misure diverse, preparai i piatti coi tovaglioli di carta per assorbire l'olio delle fritture, stappai vini e champagne e tutti vennero alla cucina, e mentre tutti mangiavamo, tuo padre m'invitó a ballare...ridesti e bevesti e m'ignorasti per tutta la notte. Nonostante, quando ti vidi triste e ubriaco su una sedia in mezzo alla sala mi avvicinai e ti baciai. "Buon compleanno - ti dissi". Mi guardasti come se fossi un angelo pulito in mezzo ad un cortile infangato. Continuai a ballare sola in mezzo alla sala, finché venne il freddo del mattino. Allora tutti si ritirarono nelle stanze da letto. Cosí mi avvicinai al camino per riscaldarmi prima del viaggio. Mai mi parlasti in tutta la notte. Mai a parte quel: "puoi lavare i bicchieri".. Ed oggi ancora penso se ci avessi bevuto da quei bicchieri invece di lavarli, in che tremendo guaio mi sarei ficcata. Perché neanch'io ho detto niente quella notte.
Poi il giorno dopo salisti sul palco e vestito da ussaro proclamasti solennemente: "Napoleone disse che un ussaro che superava i vent'anni é nu' cialtrone. Io ieri ne ho compiuti trentanove". E furono gli applausi.
martedì 25 aprile 2006
io nemmeno ci scambierei il saluto
o forse lo farei, ma solo per riderci sopra
e per avere qualcosa su cui spettegolare
perché una che si passa il giorno
a studiare cose che lei chiama Sacrosante Veritá
e non si fa nemmeno una puntina di nessuno
di questi sballi beneamati
che gusto c'é,
e ti diró di piú
forse é pure vergine,
o magari é proprio che con tanta salubritá
l'ozono le ha dato alla testa
e si lecca i funghi della pelle
e va a dire in giro che la faranno santa
come a Maria Magdalena
che si é spazzolata mezzo Israele.
forse ho toccato il fondo piú a fondo e in anticipo.
ho scavato negli inferi, e un angelo mi ha salvata incoscente.
ho chiuso gli occhi ed ho visto dentro.. l'Universo.
e un Cristo verde come un'oliva mi guardó
e prendendomi per la mano mi disse:
non ti lasceró mai. E compresi la durata dell'eterno.
E dell'amore infinito.
E non é una metafora.
o forse lo farei, ma solo per riderci sopra
e per avere qualcosa su cui spettegolare
perché una che si passa il giorno
a studiare cose che lei chiama Sacrosante Veritá
e non si fa nemmeno una puntina di nessuno
di questi sballi beneamati
che gusto c'é,
e ti diró di piú
forse é pure vergine,
o magari é proprio che con tanta salubritá
l'ozono le ha dato alla testa
e si lecca i funghi della pelle
e va a dire in giro che la faranno santa
come a Maria Magdalena
che si é spazzolata mezzo Israele.
forse ho toccato il fondo piú a fondo e in anticipo.
ho scavato negli inferi, e un angelo mi ha salvata incoscente.
ho chiuso gli occhi ed ho visto dentro.. l'Universo.
e un Cristo verde come un'oliva mi guardó
e prendendomi per la mano mi disse:
non ti lasceró mai. E compresi la durata dell'eterno.
E dell'amore infinito.
E non é una metafora.
lunedì 24 aprile 2006
arrivó Don Pedro, e mi fece un cenno con la mano.
Lo seguii e mi condusse alla porta della torre.
Gli dissi: voglio entrare nella mia chiesa.
Mi rispose: é questa la tua chiesa.
Allora misi la testa dentro. Era una chiesa dentro ad una torre.
C'erano ceri, quadri, crocefissi con Cristi, e dappertutto portavasi di pietra nelle pareti tondeggianti della torre, pieni di orchidee bianche maculate di rosso fino a perdita d'occhio verso l' alto.
Chiesi: chi li innaffia tutti quei fiori?
L'acqua - mi rispose.
Lo seguii e mi condusse alla porta della torre.
Gli dissi: voglio entrare nella mia chiesa.
Mi rispose: é questa la tua chiesa.
Allora misi la testa dentro. Era una chiesa dentro ad una torre.
C'erano ceri, quadri, crocefissi con Cristi, e dappertutto portavasi di pietra nelle pareti tondeggianti della torre, pieni di orchidee bianche maculate di rosso fino a perdita d'occhio verso l' alto.
Chiesi: chi li innaffia tutti quei fiori?
L'acqua - mi rispose.
No llores, chula mía,
si no me voy tristeando
y quiero irme cantando,
que el llanto me hace mal.
Alegres siempre fuimos,
y cuando vuelva quiero
que jalles tu ranchero
tan bueno y retozón.
Y digas que al marcharse
por lejos que se fuera
llevaba a su ranchera
prendida al corazón.
¡Ay ¡...!qué...caray!
(Adiós mi chaparrita)
domenica 23 aprile 2006
While tearing off a game of golf
I may make a play for the caddy
But if I do I don't follow through
Cause my heart belongs to Daddy
If I invite a boy some night
To dine on my fine finnan haddie
I just adore his asking for more
But my heart belongs to Daddy
Yes my heart belongs to Daddy
So I simply couldn't be bad
Yes my heart belongs to Daddy
Da da da da da da da da dad
So I want to warn you, laddie
Tho' I know you perfectly swell
That my heart belongs to Daddy
Cause my daddy, he treats it so well
drrriiiiiinnnnnnn
Dez: ciao, come stai?
ÑamÑam: bene, dove sei?
ti rispondo che son qui, che sto uscendo dalla spiaggia, e tu mi dici che mi hai appena vista affacciarmi per vedere se c'erano onde, ti dico di si, e mi dici che sei lí, un pó piú a destra del solito, nella spiaggia grande. Allora ti dico: va bhe scendo, aspetta un momento che arrivo. Scendo, solito rituale di bacetti e saluti e come stai come non stai, poi inizi a parlare di onde e di macchine fotografiche come sempre, che sono le due cose che abbiamo in comune, e poi non so com'é che é venuto fuori che mi racconti delle situazioni imbarazzose della tua vita. Prima mi dici che l'altro ieri gli hai tirato un pugno a un amico tuo perché ha rubato una bottiglia di rum dalla discoteca e ti hanno dato la colpa, poi mi salti fuori che ti sei messo a piangere perché un ex compagno di lavoro ti ha tirato un ruzzone su un' impalcatura e quasi fai un salto di quattro metri. Che sei andato a casa e gliel'hai detto a tuo padre e lui non ti ha creduto. Ti ha detto che sei sempre il solito disgraziato che cerca rogne. E allora l'hai madato a quel paese e gli hai detto di non farsi piú vedere, di non chiamarti piú, che da quando aveva smesso di bere era rimasto mezzo idiota. Perché mio padre era un alcolista - mi hai detto - per quello mia madre si é dovuta separare, povera donna, per salvarci a tutti quanti. Se no quello si beveva tutto, non lasciava nemmeno i soldi per il latte di mio fratello piccolo. Ti ho guardato e non ho detto niente. Ho pensato dentro di me: grazie per confidarmi tutte queste rovine, se penso che in fondo quasi non ci conosciamo, e oggi mi hai lasciata entrare nella tua vita.. ci facciamo un sorriso grasso, e ti dico: andiamo alla playa Martianez a vedere come va il campionato? mi dici: andiamo col cabriolet? ti rispondo: é l'unica macchina che ho! la apro in tuo onore, anche se quasi piove. Tu ridi e dici: che sballo! e ti metti a salutare tutti quelli che conosci per la strada, al passare. allora penso che vicino a te sto comoda. che forse forse ho trovato un amico.
Dez: ciao, come stai?
ÑamÑam: bene, dove sei?
ti rispondo che son qui, che sto uscendo dalla spiaggia, e tu mi dici che mi hai appena vista affacciarmi per vedere se c'erano onde, ti dico di si, e mi dici che sei lí, un pó piú a destra del solito, nella spiaggia grande. Allora ti dico: va bhe scendo, aspetta un momento che arrivo. Scendo, solito rituale di bacetti e saluti e come stai come non stai, poi inizi a parlare di onde e di macchine fotografiche come sempre, che sono le due cose che abbiamo in comune, e poi non so com'é che é venuto fuori che mi racconti delle situazioni imbarazzose della tua vita. Prima mi dici che l'altro ieri gli hai tirato un pugno a un amico tuo perché ha rubato una bottiglia di rum dalla discoteca e ti hanno dato la colpa, poi mi salti fuori che ti sei messo a piangere perché un ex compagno di lavoro ti ha tirato un ruzzone su un' impalcatura e quasi fai un salto di quattro metri. Che sei andato a casa e gliel'hai detto a tuo padre e lui non ti ha creduto. Ti ha detto che sei sempre il solito disgraziato che cerca rogne. E allora l'hai madato a quel paese e gli hai detto di non farsi piú vedere, di non chiamarti piú, che da quando aveva smesso di bere era rimasto mezzo idiota. Perché mio padre era un alcolista - mi hai detto - per quello mia madre si é dovuta separare, povera donna, per salvarci a tutti quanti. Se no quello si beveva tutto, non lasciava nemmeno i soldi per il latte di mio fratello piccolo. Ti ho guardato e non ho detto niente. Ho pensato dentro di me: grazie per confidarmi tutte queste rovine, se penso che in fondo quasi non ci conosciamo, e oggi mi hai lasciata entrare nella tua vita.. ci facciamo un sorriso grasso, e ti dico: andiamo alla playa Martianez a vedere come va il campionato? mi dici: andiamo col cabriolet? ti rispondo: é l'unica macchina che ho! la apro in tuo onore, anche se quasi piove. Tu ridi e dici: che sballo! e ti metti a salutare tutti quelli che conosci per la strada, al passare. allora penso che vicino a te sto comoda. che forse forse ho trovato un amico.
sabato 22 aprile 2006
finisce una stagione..
sottofondo: El gallo Eduardo Montenegro...
gli uccellini cantano le nuvole si levano
le galline da uova invece di deporre uova
consolano un gallito sconsolato
perché come tutte le mattine
quando fu ad annunciare il giorno
il gallo rimase senza voce,
la voce non gli usciva
aveva un' afonía che non poteva fare chichchirichí
e per quanto apriva il becco non gli usciva né pío
e come poteva iniziare il giorno se il suo canto non si sentiva
era convinto che il mondo sarebbe finito
cosí che é finita
il sole solo uscirá il giorno che le galline si metteranno a far pipí
fai attenzione a quello che questo gallo afonico ti voleva dire: kikirikikí...
*-*-*-*
piove, e non ci sono onde.
come non venga billabong a distribuire longboards, credo che i poveri baby-surfers avranno poco da competere..
gli uccellini cantano le nuvole si levano
le galline da uova invece di deporre uova
consolano un gallito sconsolato
perché come tutte le mattine
quando fu ad annunciare il giorno
il gallo rimase senza voce,
la voce non gli usciva
aveva un' afonía che non poteva fare chichchirichí
e per quanto apriva il becco non gli usciva né pío
e come poteva iniziare il giorno se il suo canto non si sentiva
era convinto che il mondo sarebbe finito
cosí che é finita
il sole solo uscirá il giorno che le galline si metteranno a far pipí
fai attenzione a quello che questo gallo afonico ti voleva dire: kikirikikí...
*-*-*-*
piove, e non ci sono onde.
come non venga billabong a distribuire longboards, credo che i poveri baby-surfers avranno poco da competere..
venerdì 21 aprile 2006
martedì 18 aprile 2006
forse arriveró fra poco.
se nella notte pregherai per me
e se la mia presenza accanto a me non sará desiderio.
cosí fu scritto e cosí sará.
senza incontrarci, perché mai piú siamo capaci d'amore.
se comprendessi gli antichi tempi della venerazione
sapresti dove l'angelo ti sta mostrando l'esempio:
nel medesimo punto in cui l'ignifero ti mostra caroselli per rapirti nella mente.
in veritá vi dico: come Ulisse ritrovó la rotta,
ed arrivato nella casa del suo cuore da guerre eolie
solo il cane, limpido dai pensieri, volle riconoscerlo, ed accoglierlo come meritava
se non sappiamo amare come il cane,
dimentico dell'abbandono,
nessun eroe trionferá nella nostra dimora.
se nella notte pregherai per me
e se la mia presenza accanto a me non sará desiderio.
cosí fu scritto e cosí sará.
senza incontrarci, perché mai piú siamo capaci d'amore.
se comprendessi gli antichi tempi della venerazione
sapresti dove l'angelo ti sta mostrando l'esempio:
nel medesimo punto in cui l'ignifero ti mostra caroselli per rapirti nella mente.
in veritá vi dico: come Ulisse ritrovó la rotta,
ed arrivato nella casa del suo cuore da guerre eolie
solo il cane, limpido dai pensieri, volle riconoscerlo, ed accoglierlo come meritava
se non sappiamo amare come il cane,
dimentico dell'abbandono,
nessun eroe trionferá nella nostra dimora.
lunedì 17 aprile 2006
domenica 16 aprile 2006
dice el dicho: algunos nacen estrellas, y otros estrellados
dice lui: ma quanto tempo avrai bisogno per innamorarti di me, per capire che nessuno mai ti amerá come ti amo io? (...) adesso devo uscire, se ti lascio slegata scapperai?
lei: non lo so. meglio se mi leghi..
(Átame - Pedro Almodovar)
lei: non lo so. meglio se mi leghi..
(Átame - Pedro Almodovar)
Kyrie Eleison (Señor ten piedad)
En la madrugada del sábado, al alborear el primer día de la semana, fueron María la Magdalena
y la otra María a ver el sepulcro. Y de pronto tembló fuertemente la tierra, pués un ángel del Señor, bajando del cielo y acercándose, corrió la piedra y se sentó encima. Su aspecto era de relámpago y su vestido blanco como la nieve; los centinelas tamblaron de miedo y quedaron como muertos. (Mateo 28,1-4)
Estaba María junto al sepulcro, fuera, llorando. Mientras lloraba se asomó al sepulcro y vió dos ángeles vestidos de blanco, sentados, uno a la cabecera y otro a los pies donde había estado el cuerpo de Jesús. Ellos le preguntan: Mujer ¿por qué lloras?
Ella les contesta: Porque se han llevado a mi Señor y no sé donde lo han puesto.
Dicho esto da media vuelta y ve a Jesús de pie, pero no sabía que era Jesús.
Jesús le dice: Mujer ¿por qué lloras?, ¿a quién buscas?
Ella, tomándolo por el hortelano, le contesta: Señor, si tú te lo has llevado, dime donde lo has puesto y lo recogeré.
Jesús le dice: María!
Ella se vuelve y le dice: Maestro!
Jesús le dice: Suéltame, que todavía no he subído al Padre. Anda, ve a mis hermanos y diles: Subo al Padre mío y Padre vuestro, al Dios mío y Dios vuestro. (Juan 20,11-18)
y la otra María a ver el sepulcro. Y de pronto tembló fuertemente la tierra, pués un ángel del Señor, bajando del cielo y acercándose, corrió la piedra y se sentó encima. Su aspecto era de relámpago y su vestido blanco como la nieve; los centinelas tamblaron de miedo y quedaron como muertos. (Mateo 28,1-4)
Estaba María junto al sepulcro, fuera, llorando. Mientras lloraba se asomó al sepulcro y vió dos ángeles vestidos de blanco, sentados, uno a la cabecera y otro a los pies donde había estado el cuerpo de Jesús. Ellos le preguntan: Mujer ¿por qué lloras?
Ella les contesta: Porque se han llevado a mi Señor y no sé donde lo han puesto.
Dicho esto da media vuelta y ve a Jesús de pie, pero no sabía que era Jesús.
Jesús le dice: Mujer ¿por qué lloras?, ¿a quién buscas?
Ella, tomándolo por el hortelano, le contesta: Señor, si tú te lo has llevado, dime donde lo has puesto y lo recogeré.
Jesús le dice: María!
Ella se vuelve y le dice: Maestro!
Jesús le dice: Suéltame, que todavía no he subído al Padre. Anda, ve a mis hermanos y diles: Subo al Padre mío y Padre vuestro, al Dios mío y Dios vuestro. (Juan 20,11-18)
sabato 15 aprile 2006
Un matrimonio perfecto es la unión de dos seres: uno que ama más, y otro que ama mejor
(Samael Aun Weor)
dedicado a Miamorosa.
dedicado a Miamorosa.
'e surice, 'a paura & 'a criatura
mi accompagnasti all'aerodromo, e m' indicasti la via per imbarcarmi. facesti la fila con me, di fretta per non perdere il volo, e la signorina allo sportello mi disse: sono 11Euricon90centesimi.
mi diede la mia tesserina della travelclub, e ce ne andammo. dovevo andare a cambiare i punti al piano di sotto, ma a te non ti lasciavano entrare. il tuo sorriso e la tua calma non si sono mai scomposti. io ero agitata e non smettevo di perdere tutto per strada. mi guardasti e mi regalasti i tuoi sandali di cuoio. erano davvero belli: marroni scuro, quasi neri, e con le fibiette di ottone.
stavo per correre giú ma mi caddero 2 mollette dalla testa, quando guardai per terra, non riuscivo a distinguerle dalle macchie del pavimento, cosí dicesti: non preoccuparti, io le raccolgo! ti togliesti gli occhiali, ed iniziasti a raccoglierne una, poi un'altra, e un'altra, ed erano molte le mollette che stavano in terra, ed erano tutte rosa.
allora dissi: dev'essere passata una negra tutta riccia, che si é scrollata la testa e da tanti capelli non si sará nemmeno accorta di averle perse!
io continuavo triste, perché dovevamo lasciarci, ma tu ti attaccasti al vetro con tutta la faccia e gli occhiali, e gli occhi tuoi entrarono dentro alla finestra, mi guardasti e mi chiedesti: ti ricordi?
non mi ricordavo proprio un bel niente. lo stavi facendo per farmi ridere, ma io quelle risa non ci riuscivo a tirarle fuori.
ed ero stata tutta la notte a fare pipí in mezzo alla strada, con una spiona grassa che mi guardava dalla finestra, e poi era arrivata la comitiva di vecchi svedesi che mi aveva picchiata, ed io che non volevo difendermi.
ora mi ricordo: ieri sera, prima di addormentarmi, mentre pregavo, uscivano un sacco di demoni...
mi diede la mia tesserina della travelclub, e ce ne andammo. dovevo andare a cambiare i punti al piano di sotto, ma a te non ti lasciavano entrare. il tuo sorriso e la tua calma non si sono mai scomposti. io ero agitata e non smettevo di perdere tutto per strada. mi guardasti e mi regalasti i tuoi sandali di cuoio. erano davvero belli: marroni scuro, quasi neri, e con le fibiette di ottone.
stavo per correre giú ma mi caddero 2 mollette dalla testa, quando guardai per terra, non riuscivo a distinguerle dalle macchie del pavimento, cosí dicesti: non preoccuparti, io le raccolgo! ti togliesti gli occhiali, ed iniziasti a raccoglierne una, poi un'altra, e un'altra, ed erano molte le mollette che stavano in terra, ed erano tutte rosa.
allora dissi: dev'essere passata una negra tutta riccia, che si é scrollata la testa e da tanti capelli non si sará nemmeno accorta di averle perse!
io continuavo triste, perché dovevamo lasciarci, ma tu ti attaccasti al vetro con tutta la faccia e gli occhiali, e gli occhi tuoi entrarono dentro alla finestra, mi guardasti e mi chiedesti: ti ricordi?
non mi ricordavo proprio un bel niente. lo stavi facendo per farmi ridere, ma io quelle risa non ci riuscivo a tirarle fuori.
ed ero stata tutta la notte a fare pipí in mezzo alla strada, con una spiona grassa che mi guardava dalla finestra, e poi era arrivata la comitiva di vecchi svedesi che mi aveva picchiata, ed io che non volevo difendermi.
ora mi ricordo: ieri sera, prima di addormentarmi, mentre pregavo, uscivano un sacco di demoni...
Venerdì Santo, le chiese aperte mostrano in viola che Cristo è morto;
Venerdì Santo, piene d'incenso sono le vecchie strade del centro
o forse è polvere che in primavera sembra bruciare come la cera.
Venerdì Santo, stanchi di gente, siamo in un buio fatto di niente
Venerdì Santo, anche l'amore sembra languore di penitenza
Venerdì Santo, muore il Signore, tu muori amore fra le mie braccia,
poi viene sera resta soltanto dolce un ricordo: Venerdì Santo...
(F. Guccini)
venerdì 14 aprile 2006
vidi un pesce bianco volare, come un aereo di carne. Fluttuava con una pinna legata ad una corda, come un lungo ombelico, senza poter evitare di stare al sole.
lasciai il volante e tirai dal mio dito fino a farlo diventare piú lungo degli altri della mano.
parcheggiai, e di corsa raggiunsi la riva.
mi tolsi i vestiti e di nuovo guardai verso il cielo, ed il pesce continuava lí, nel suo volo di fringuello. con voglia di piangere mi tirai dentro la prima onda, e continuai sommersa fino a perdere il respiro. nuotai un paio di chilometri fino ad arrivare alla barriera di cubi di cemento trasportati da non so quale giunta comunale. volevo vedere cosa ci fosse dall'altra parte. avevo il terrore degli squali, ma non conoscevo l'esistenza di pesci grandi come la mia pancia, con occhi esorbitanti e colori lucidi, innocui e spaventati come me da quell'incontro extra-speciale.
cosa fai tu qui? mi chiese il pesce. volevo vedere cosa ci fosse - risposi. Non lo sai che é proibito agli umani superare la grande barriera di cubi? ora verranno a prenderti con una nave con ali rotanti che viene dal cielo. che pesce sei tu? chiesi. un chicharro - rispose lui con accento canario. e tu? che umano sei? una femmina, morena, di trent'anni. ah sí, dimenticavo, del paese degli stivali. Chicharro.. oggi ho visto un pesce bianco volare. Tu puoi volare?
Certo umana, tu no?
Credo di sí, ma non mi ricordo come si fa.
Tu ricordi la canzone del Faraón?
Si, certo.
Allora cantala tutte le notti prima di addormentarti, e uno di questi giorni ricorderai dove hai lasciato la tua polvere d'aquila.
D'mprovviso un'ombra serpeggiante intermitteva il chiarore dall'alto.
Presto torna dall'altra parte, umana, non é posto per te questo con quella pelle da bipede. Vattene, al di lá dei cubi, alle murene non piacciono quelli della tua razza.
Tanta fretta mi accinsi ad intraprendere, ma i miei movimenti nell'acqua non erano certo gli stessi di uno che nell'acqua ci era nato e vissuto, cosí mi trovai faccia a faccia con la murena che disse: Bene, bene, una femmina umana. Che ci fai da queste parti? Senza rete e senza ami, non é un posto tanto sicuro per una della tua specie.
Il mare ingrossó e un onda mi succhió verso il basso, spingendomi in un movimento circolare che mi trasportó fino all'altro lato della barriera di cemento.
Un pescatore che passava da quelle parti mi diede una mano a salire sulla sua barca e mi ricondusse verso la riva: che cosa ci facevi dall'altra parte della barriera - mi chiese.
Volevo vedere gli squali.
Ma non ci sono squali in questo periodo dell'anno. E poi.. non lo sai che gli squali si mangiano gli uomini?
Sí, e noi ci mangiamo pure tutti i pesci, e loro non possono nemmeno uscire sulla terra, perché con le branchie non possono respirare, cosí gli tocca mettersi a volare quando appena sono nati e non gli hanno ancora tagliato il cordone ombelicale. La difficoltá, caro pescatore, fa ingegnare ogni essere, di qualsiasi specie o razza. Crediamo di essere intelligenti, ma solo nella sofferenza impariamo, uomini, pesci o chicchessia...e poi tutti rispondiamo alle stesse Leggi Assolute. Non siamo forse tutti parte della stessa vibrazione?
Si, certo, ma gli umani siamo fatti per stare con gli umani.
Io credo che tutti siamo fatti per aiutarci a tutti. Oggi se non fosse stato per un pesce che mi ha ricordato la via per il volo, se non fosse stato per lo spirito del mare, che mi ha salvata dall'agguato di una murena, e se non fosse stato per te, che mi hai salvata dalla corrente, sarei passata ad altra vita. Pescatore, impara dalla mia storia, o provocherai il destino a fartela sentire sulla tua pelle. Mille grazie per accompagnarmi.
Arrivederci signorina, si prenda cura di sé. E dei suoi simili.
Sorrisi, calpestai la sabbia nera e camminando cantai: Faaaarrraaaóóóónnnnnnnn
Recuerda, Oh amigo:
Cuando el cuerpo y la mente se separan, experimentas una rápida visión de la verdad pura, sutil,
radiante, brillante.
Vibrante, gloriosa.
No temas.
Esta es la radiación de tu verdadera naturaleza.
Reconócelo.
Desde la niebla de esta radiación viene el sonido natural de la realidad.
Reverberando igual que mil truenos simultáneos.
Este es el sonido natural del proceso de tu vida.
Por tanto no te asustes.
No te aterrorices.
No tengas miedo.
Para ti es suficiente saber que estas apariciones son
las formas de tu propio pensamiento.
Si no reconoces tus propias formas de pensamiento.
Si olvidas tu preparación.
Las luces te deslumbrarán.
Los sonidos te atemorizarán.
Los rayos te aterrorizarán
La gente a tu alrededor te confundirá
Recuerda la llave de las enseñanzas
Oh, amigo.
Estos reinos no vienen de algún lugar exterior a tu ego.
Vienen de tu interior y brillan sobre ti.
(El Libro tibetano de los Muertos)
mercoledì 12 aprile 2006
mi chiedevo se giá fosse il tempo della Sicilia, della Grecia, e della Macedonia, ma sentivo le passioni affiorare, l'indice affermando che non ero ancora pronta.
C: cosa stai cercando di fotografare?
Dez: l'acqua. ma l'oceano non é abbastanza grande per questa macchina
C: (ride) jajajaja, che l'oceano non é abbastanza grande? sei sempre la solita, non c'é al mondo qualcuno che ti capisca
Dez: voglio dire che vorrei fotografare solo acqua, e c'é troppa terra e cielo attorno
C: ma se l'acqua si perde sulla linea dell'orizzonte! comunque.. hai giá pensato se ti trasferirai sulle eoliche?
Dez: credo non sia il momento ancora. me ne andró quando l'Atlante sará pronto a seguirmi
C: Desdemona a volte mi sembra che tu voglia dire un sacco di stupidate, altre volte mi sembra che tu non ragioni proprio..
Dez: le stupidate non le dico con intenzione, le dico perché sono stupida. e la ragione cerco di usarla il meno possibile. ma perché mi dici ció?
C: e me lo chiedi? hai appena detto che ti trasferirai nel Mediterraneo, quando l'oceano verrá con te. una cosa é scrivere poesie. un'altra é parlare della vita reale.
Dez: dipende sempre da cosa intendi per vita reale, ma non sono qui oggi per discutere, né per dare lezioni di geologia. il fatto rimane: io andró dove mi accompagnerá l'Atlantico. e per il momento, adoro quest'arcipelago. guarda, da quassú si possono vedere le correnti, hai visto? dove si ritorce la forza, l'acqua si fa verde chiara. mi fa una paura quando l'acqua si fa tutta chiara
C: e ci credo, tu ti ci butti sempre con la bandiera rossa
Dez: é quando l'oceano ha piú bisogno di consolazione. devo andare a calmarlo
C: un giorno di questi finisce che ci dai una brutta sorpresa a tutti, con le tue fantasie
Dez: le brutte sorprese solo le da la mente. perché é solo capace di mentire. che disgusto posso darti io? di perdermi nel mare? ti dimentichi sempre di una cosa: che c'é un solo Dio Padre Onnipotente, e che conosce la Giustizia Universale. Se mi dovesse togliere da qui, sarebbe per aiutarmi ad arrivare in un posto migliore. sai che siamo alla fine della razza?
C: certo
Dez: presto dovremo essere trasportati in quella nuova, e gli ultimi che rimangono sono quelli che meno possibilitá hanno di arrivarci... anche se abbiamo piú tempo in questa vita. sai cosa significa, no?
C: che abbiamo finito le cartucce?
Da giorni prima di vederlo il mare era un odore,
un sudore salato, ognuno immaginava di che forma.
Sarà una mezza luna coricata, sarà come il tappeto di preghiera,
sarà come i capelli di mia madre.
Cos'era invece? Un orlo arrotolato sulla fine dell'Africa,
gli occhi pizzicati da specchietti, lacrime di accoglienza.
Beviamo sulla spiaggia il té dei berberi,
cuciniamo le uova rubate a uccelli bianchi.
Pescatori ci offrono pesci luminosi,
succhiamo la polpa da scheletri di spine trasparenti.
L'anziano accanto al fuoco tratta con i mercanti
il prezzo per salire sul mare di nessuno.
(Erry De Luca - Solo andata)
..sono una piccola ingorda di scritture, che adora scrivere bagnata dal siero salino.
martedì 11 aprile 2006
Martes Santo (Credo)
Y en Jesucristo creo
Su único hijo
Nuestro señor
Fue concebido
Por obra y gracia
Del Espíritu Santo
Nació de Santa María
De Santa María Virgen
Padeció bajo el poder
Poder de Poncio Pilatos
Fue crucificado
Muerto y sepultado
Descendió a los infiernos
Al tercer día resucitó
Resucitó de entre los muertos
Subió a los cielos
Esta sentado a la diestra de Dios
Desde allí ha de venir
A juzgar vivos y muertos
Creo en el Espíritu Santo
La comunión de los santos
Y el perdón de los pecados
Resurrección de la carne
Y la vida perdurable
Amén
A juzgar vivos y muertos
Creo en el Espíritu Santo
La comunión de los santos
Y el perdón de los pecados
Resurrección de la carne
Y la vida perdurable
Amén
(Misa Criolla)
TU TU NON MI BASTI MAI
DAVVERO NON MI BASTI MAI
TU TU DOLCE TERRA MIA
DOVE NON SONO STATO MAI MAI
DEBBO PARLARTI COME NON FACCIO MAI
VOGLIO SOGNARTI COME NON TI SOGNO MAI
ESSERE L'ANELLO CHE PORTERAI
LA SPIAGGIA DOVE CAMMINERAI
LO SPECCHIO CHE TI GUARDA SE LO GUARDERAI...LO GUARDERAI
VORREI ESSERE L'UCCELLO CHE ACCAREZZERAI
E DALLE TUE MANI NON VOLEREI MAI
VORREI ESSERE LA TOMBA QUANDO MORIRAI
E DOVE ABITERAI
IL CIELO SOTTO IL QUALE DORMIRAI
COSI' NON CI LASCEREMO MAI
NEANCHE SE MUOIO E LO SAI
TU TU NON MI BASTI MAI
DAVVERO NON MI BASTI MAI
IO IO IO CI PROVO SAI
NON MI DIMENTICARE MAI
(Lucio Dalla)
DAVVERO NON MI BASTI MAI
TU TU DOLCE TERRA MIA
DOVE NON SONO STATO MAI MAI
DEBBO PARLARTI COME NON FACCIO MAI
VOGLIO SOGNARTI COME NON TI SOGNO MAI
ESSERE L'ANELLO CHE PORTERAI
LA SPIAGGIA DOVE CAMMINERAI
LO SPECCHIO CHE TI GUARDA SE LO GUARDERAI...LO GUARDERAI
VORREI ESSERE L'UCCELLO CHE ACCAREZZERAI
E DALLE TUE MANI NON VOLEREI MAI
VORREI ESSERE LA TOMBA QUANDO MORIRAI
E DOVE ABITERAI
IL CIELO SOTTO IL QUALE DORMIRAI
COSI' NON CI LASCEREMO MAI
NEANCHE SE MUOIO E LO SAI
TU TU NON MI BASTI MAI
DAVVERO NON MI BASTI MAI
IO IO IO CI PROVO SAI
NON MI DIMENTICARE MAI
(Lucio Dalla)
lunedì 10 aprile 2006
Ammazzaporci
é che cantando mi sento bene
la vita va molto meglio
mi basta poter arrivare alla fine del mese
e cosí poter continuare a cantare
tutta la mia vita é come una mala canzone
senza armonia né tempo
il tempo passa senza ritmo né intonazione
mi toccherá imparare a ballarla
e il mese che viene dio dirá
se ha qualcosa da dire
la mia bambina grida nel sofá
ragazzino solo mi é toccato essere povero a me?
nel giornale c'é un'informazione
che c'é gente che vuole il potere
a me basta col do re mi fa sol
e non perdere nessun treno
quando ti guardo va tutto molto meglio
e la mia vita mi piace di piú
e vorrei che fosse una grande canzone
quella che tu volessi cantare
(traduz. Alboraya - Albert Plá)
la vita va molto meglio
mi basta poter arrivare alla fine del mese
e cosí poter continuare a cantare
tutta la mia vita é come una mala canzone
senza armonia né tempo
il tempo passa senza ritmo né intonazione
mi toccherá imparare a ballarla
e il mese che viene dio dirá
se ha qualcosa da dire
la mia bambina grida nel sofá
ragazzino solo mi é toccato essere povero a me?
nel giornale c'é un'informazione
che c'é gente che vuole il potere
a me basta col do re mi fa sol
e non perdere nessun treno
quando ti guardo va tutto molto meglio
e la mia vita mi piace di piú
e vorrei che fosse una grande canzone
quella che tu volessi cantare
(traduz. Alboraya - Albert Plá)
LA MARTINIANA
Niña, cuando yo muera
No llores sobre mi tumba,
canta sones alegres mamá,
cántame la sandunga.
No me llores, no, no me llores, no,
Porque si lloras yo peno,
En cambio si tú me cantas
Yo siempre vivo, yo nunca muero.
Lucero de la mañana,
El rey de todos los sones,
Canta la Martiniana: ¡Ay, mamá!,
Que alegre los corazones.
No me llores, no, no me llores, no,
Porque si lloras yo peno,
En cambio si tú me cantas
Yo siempre vivo, yo nunca muero.
Si quieres que no te olvide,
Si quieres que te recuerde,
canta sones alegres, mamá,
música que no muere.
No me llores, no, no me llores, no,
Porque si lloras yo peno,
En cambio si tú me cantas
Yo siempre vivo, yo nunca muero.
(dedicado a un muerto querido, que no entiende de divina muerte. que Dios pueda guiarte hacía la comprensión absoluta.)
No llores sobre mi tumba,
canta sones alegres mamá,
cántame la sandunga.
No me llores, no, no me llores, no,
Porque si lloras yo peno,
En cambio si tú me cantas
Yo siempre vivo, yo nunca muero.
Lucero de la mañana,
El rey de todos los sones,
Canta la Martiniana: ¡Ay, mamá!,
Que alegre los corazones.
No me llores, no, no me llores, no,
Porque si lloras yo peno,
En cambio si tú me cantas
Yo siempre vivo, yo nunca muero.
Si quieres que no te olvide,
Si quieres que te recuerde,
canta sones alegres, mamá,
música que no muere.
No me llores, no, no me llores, no,
Porque si lloras yo peno,
En cambio si tú me cantas
Yo siempre vivo, yo nunca muero.
(dedicado a un muerto querido, que no entiende de divina muerte. que Dios pueda guiarte hacía la comprensión absoluta.)
domenica 9 aprile 2006
Anunciación
JdT: pensé que te habías ido..
Dez: así es. pero volví.
JdT: porque volviste?
Dez: porque así está escrito, y necesito de ti, al igual que tu de mi.
JdT: entonces porque no dejas de ir y venir, y te quedas de una vez
Dez: jamás volveré a marcharme. lo que pasa es que mi espiritu es de ola, parece que desaparezca, antes de levantarme, pero es que me confundo con el resto del mar, más sigo estando.
JdT: volveremos a abrazarnos un día?
Dez: y todas las noches, más tendremos que aprender a volar.
JdT: estoy hablando en serio, Dez.
Dez: Y yo también. Porque la mayoría de los terrícolas no sepan volar, no signifíca que no podamos aprender
JdT: porque no puedes pensar logicamente, como el resto de las personas?
Dez: porque no hay logica en mi mente, gracias a Dios
JdT: la gente no te entiende, te seguirá tratando como una loca
Dez: más me duele no poder volar hacía tus brazos, que la opinión de la gente
JdT: como se aprende a volar, Dez?
Dez: con polvo de mariposa
JdT: y donde encontrarás polvo de mariposa?
Dez: en el almacén de todo lo creado
JdT: y eso donde está?
Dez: dentro de uno
JdT: y como llegarás allá?
Dez: por el camino
JdT: cual camino?
Dez: si quieres verlo, camina en el, yo no puedo hacer que tu lo vea, ni de mucho te valdría que te hablara de el
JdT: pero si yo también estoy en el camino
Dez: entonces sigue caminando, porque todavía no hemos llegado nisiquiera al inicio
JdT: y como sabremos cual es el inicio?
Dez: cuando lleguemos a la puerta de los 5 elementos
JdT: y allí que pasará?
Dez: los elementos nos atacarán
JdT: y que haremos nosotros?
Dez: seguir por el camino
JdT: y si nos matan?
Dez: moriremos
JdT: y que haremos entonces?
Dez: nada. estaremos acabados.
JdT: pero volveriamos a nacer
Dez: no, amor, no esta vez
JdT: pero tu dijiste que creias en la transmigración de las almas
Dez: ya, pero las almas no transmigran en eterno
JdT: y entonces que pasará?
Dez: perderemos la conciencia, y dejaremos de existir
JdT: para siempre?
Dez: para siempre
JdT: oh, Dez, que mal me siento, y que podemos hacer ahora?
Dez: seguir caminando, encontrar la puerta, y pasar por ella. Seguro que no será tan dificil. Chomah conoce nuestras posibilidades. Y El quiere que lleguemos.
JdT: tu crees?
Dez: yo no creo en nada. creer es cosa de la mente. yo sólo camino. Y Keter, siempre nos lleva en la palma de su mano.
JdT: y si nos caemos?
Dez: ya estamos caídos, sólo podemos seguir levantandonos. te diste cuenta cuando te caiste?
JdT: no
Dez: entonces de que tienes miedo, si esto es lo peor que nos pudiera pasar.
(traduzione all'italiano nel commento. ispirata da un ricciolo d'ebano)
Dez: así es. pero volví.
JdT: porque volviste?
Dez: porque así está escrito, y necesito de ti, al igual que tu de mi.
JdT: entonces porque no dejas de ir y venir, y te quedas de una vez
Dez: jamás volveré a marcharme. lo que pasa es que mi espiritu es de ola, parece que desaparezca, antes de levantarme, pero es que me confundo con el resto del mar, más sigo estando.
JdT: volveremos a abrazarnos un día?
Dez: y todas las noches, más tendremos que aprender a volar.
JdT: estoy hablando en serio, Dez.
Dez: Y yo también. Porque la mayoría de los terrícolas no sepan volar, no signifíca que no podamos aprender
JdT: porque no puedes pensar logicamente, como el resto de las personas?
Dez: porque no hay logica en mi mente, gracias a Dios
JdT: la gente no te entiende, te seguirá tratando como una loca
Dez: más me duele no poder volar hacía tus brazos, que la opinión de la gente
JdT: como se aprende a volar, Dez?
Dez: con polvo de mariposa
JdT: y donde encontrarás polvo de mariposa?
Dez: en el almacén de todo lo creado
JdT: y eso donde está?
Dez: dentro de uno
JdT: y como llegarás allá?
Dez: por el camino
JdT: cual camino?
Dez: si quieres verlo, camina en el, yo no puedo hacer que tu lo vea, ni de mucho te valdría que te hablara de el
JdT: pero si yo también estoy en el camino
Dez: entonces sigue caminando, porque todavía no hemos llegado nisiquiera al inicio
JdT: y como sabremos cual es el inicio?
Dez: cuando lleguemos a la puerta de los 5 elementos
JdT: y allí que pasará?
Dez: los elementos nos atacarán
JdT: y que haremos nosotros?
Dez: seguir por el camino
JdT: y si nos matan?
Dez: moriremos
JdT: y que haremos entonces?
Dez: nada. estaremos acabados.
JdT: pero volveriamos a nacer
Dez: no, amor, no esta vez
JdT: pero tu dijiste que creias en la transmigración de las almas
Dez: ya, pero las almas no transmigran en eterno
JdT: y entonces que pasará?
Dez: perderemos la conciencia, y dejaremos de existir
JdT: para siempre?
Dez: para siempre
JdT: oh, Dez, que mal me siento, y que podemos hacer ahora?
Dez: seguir caminando, encontrar la puerta, y pasar por ella. Seguro que no será tan dificil. Chomah conoce nuestras posibilidades. Y El quiere que lleguemos.
JdT: tu crees?
Dez: yo no creo en nada. creer es cosa de la mente. yo sólo camino. Y Keter, siempre nos lleva en la palma de su mano.
JdT: y si nos caemos?
Dez: ya estamos caídos, sólo podemos seguir levantandonos. te diste cuenta cuando te caiste?
JdT: no
Dez: entonces de que tienes miedo, si esto es lo peor que nos pudiera pasar.
(traduzione all'italiano nel commento. ispirata da un ricciolo d'ebano)
giovedì 6 aprile 2006
Gevurah
entro nell'hotel.
é uno di quegli hotel che danno l'aria di essere dimenticati da Dio, con mobili in vecchio stile, che tanto se uno ci entra é sicuramente perché non ha trovato niente di meglio per ripararsi quella notte.
nella reception una donna che sembrava piú una segretaria che una recezionista, con gli occhiali con la montatura nera, e la faccia un pó antipatica. stava giusto per aprire la bocca e chiedermi di pagare non appena misi piede nella hall, ma fu sorpresa dalla madre di lui, che s'infiló di fronte al bancone e le disse: posso pagare per favore? vestiva un'uniforme da hostess, e la pelle del viso era completamente arsa dal sole, mentre una riga bianca le attraversava lo sguardo come se si fosse dimenticata qualcosa in faccia mentre prendeva la tintarella.
all'improvviso arrivó lui.
mi girai alla sua presenza e lo guardai.
lo conoscevo da sempre ma fu come se i miei occhi lo vedessero per la prima volta, e volessero continuare a guardarlo per sempre.
lui é bellissimo.
ha la testa pelata e rotonda del colore di un'oliva fresca.
la sua pelle soave come quella di un bebé.
l'unico ciuffo di capelli lunghi e ricci che gli cade da un lato é del colore dell'oro.
gli occhi grandi che finiscono a punta come se fosse una razza mischiata fra un tibetano ed un egizio.
al collo portava una rosario di grosse perle, e vestiva abiti comodi, e puliti e soffici.
non appena arrivó mi prese la mano, ed io sapevo che non me l'avrebbe lasciata mai piú.
in quello stesso istante mi unii al resto del mondo.
tutto era fatto d'amore: io, lui, i mobili dell'hotel, le altre persone, l'aria, tutto era composto dello stesso amore.
non c'era bisogno di baci, né carezze, né parole, né nulla.
eravamo in mezzo all'amore puro.
é uno di quegli hotel che danno l'aria di essere dimenticati da Dio, con mobili in vecchio stile, che tanto se uno ci entra é sicuramente perché non ha trovato niente di meglio per ripararsi quella notte.
nella reception una donna che sembrava piú una segretaria che una recezionista, con gli occhiali con la montatura nera, e la faccia un pó antipatica. stava giusto per aprire la bocca e chiedermi di pagare non appena misi piede nella hall, ma fu sorpresa dalla madre di lui, che s'infiló di fronte al bancone e le disse: posso pagare per favore? vestiva un'uniforme da hostess, e la pelle del viso era completamente arsa dal sole, mentre una riga bianca le attraversava lo sguardo come se si fosse dimenticata qualcosa in faccia mentre prendeva la tintarella.
all'improvviso arrivó lui.
mi girai alla sua presenza e lo guardai.
lo conoscevo da sempre ma fu come se i miei occhi lo vedessero per la prima volta, e volessero continuare a guardarlo per sempre.
lui é bellissimo.
ha la testa pelata e rotonda del colore di un'oliva fresca.
la sua pelle soave come quella di un bebé.
l'unico ciuffo di capelli lunghi e ricci che gli cade da un lato é del colore dell'oro.
gli occhi grandi che finiscono a punta come se fosse una razza mischiata fra un tibetano ed un egizio.
al collo portava una rosario di grosse perle, e vestiva abiti comodi, e puliti e soffici.
non appena arrivó mi prese la mano, ed io sapevo che non me l'avrebbe lasciata mai piú.
in quello stesso istante mi unii al resto del mondo.
tutto era fatto d'amore: io, lui, i mobili dell'hotel, le altre persone, l'aria, tutto era composto dello stesso amore.
non c'era bisogno di baci, né carezze, né parole, né nulla.
eravamo in mezzo all'amore puro.
domenica 2 aprile 2006
un'altro tipo di morte...
Leggo dentro i tuoi occhi da quante volte vivi
dal taglio della bocca se sei disposto all'odio o all'indulgenza
nel tratto del tuo naso
se sei orgoglioso fiero oppure vile
i drammi del tuo cuore li leggo nelle mani
nelle loro falangi dispendio o tirchieria.
Da come ridi e siedi so come fai l'amore
quando ti arrabbi se propendi all'astio
o all'onestà per cose che non sai e non intendi
se sei presuntuoso od umile negli archi delle unghie
se sei un puro un avido o un meschino.
Ma se ti senti male
rivolgiti al Signore
credimi siamo niente
dei miseri ruscelli senza Fonte.
Vedo quando cammini se sei borioso fragile o indifeso
da come parli e ascolti il grado di coscienza
nei muscoli del collo e nelle orecchie: il tipo di tensioni e di chiusure
dal sesso e dal bacino se sei più uomo o donna
vivere venti o quarant'anni in più è uguale
difficile è capire ciò che è giusto
e che l'Eterno non ha avuto inizio
perché la nostra mente è temporale
e il corpo vive giustamente solo questa vita.
Ma se ti senti male
rivolgiti al Signore...
(Fisiognomica - F.Battiato)
dal taglio della bocca se sei disposto all'odio o all'indulgenza
nel tratto del tuo naso
se sei orgoglioso fiero oppure vile
i drammi del tuo cuore li leggo nelle mani
nelle loro falangi dispendio o tirchieria.
Da come ridi e siedi so come fai l'amore
quando ti arrabbi se propendi all'astio
o all'onestà per cose che non sai e non intendi
se sei presuntuoso od umile negli archi delle unghie
se sei un puro un avido o un meschino.
Ma se ti senti male
rivolgiti al Signore
credimi siamo niente
dei miseri ruscelli senza Fonte.
Vedo quando cammini se sei borioso fragile o indifeso
da come parli e ascolti il grado di coscienza
nei muscoli del collo e nelle orecchie: il tipo di tensioni e di chiusure
dal sesso e dal bacino se sei più uomo o donna
vivere venti o quarant'anni in più è uguale
difficile è capire ciò che è giusto
e che l'Eterno non ha avuto inizio
perché la nostra mente è temporale
e il corpo vive giustamente solo questa vita.
Ma se ti senti male
rivolgiti al Signore...
(Fisiognomica - F.Battiato)
sabato 1 aprile 2006
Sarei già andato davvero lontano,
Tanto lontano quanto è grande il mondo,
Se non mi trattenessero le stelle
Che hanno legato il mio al tuo destino,
Così che solo in te posso conoscermi.
E la poesia, i sogni, il desiderio,
Tutto mi spinge a te, alla tua natura,
E dalla tua dipende la mia vita.
- JOHANN WOLFGANG GOEHTE -
Tanto lontano quanto è grande il mondo,
Se non mi trattenessero le stelle
Che hanno legato il mio al tuo destino,
Così che solo in te posso conoscermi.
E la poesia, i sogni, il desiderio,
Tutto mi spinge a te, alla tua natura,
E dalla tua dipende la mia vita.
- JOHANN WOLFGANG GOEHTE -