venerdì 14 aprile 2006



Recuerda, Oh amigo:
Cuando el cuerpo y la mente se separan, experimentas una rápida visión de la verdad pura, sutil,
radiante, brillante.
Vibrante, gloriosa.
No temas.
Esta es la radiación de tu verdadera naturaleza.
Reconócelo.
Desde la niebla de esta radiación viene el sonido natural de la realidad.
Reverberando igual que mil truenos simultáneos.
Este es el sonido natural del proceso de tu vida.
Por tanto no te asustes.
No te aterrorices.
No tengas miedo.
Para ti es suficiente saber que estas apariciones son
las formas de tu propio pensamiento.
Si no reconoces tus propias formas de pensamiento.
Si olvidas tu preparación.
Las luces te deslumbrarán.
Los sonidos te atemorizarán.
Los rayos te aterrorizarán
La gente a tu alrededor te confundirá
Recuerda la llave de las enseñanzas
Oh, amigo.
Estos reinos no vienen de algún lugar exterior a tu ego.
Vienen de tu interior y brillan sobre ti.
(El Libro tibetano de los Muertos)

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Una balena muore in mare aperto. Nel mezzo dell’oceano pacifico.
Inizia ad affondare.

A toccare il fondo ci mette circa diciotto mesi.
A noi basta molto meno, senza bisogno di essere morti.

Durante i diciotto mesi, la balena non si decompone; il freddo ed il sale ne mantengono integri i tessuti.
Precipita lentamente come un angelo grasso.

Magari così non sembra, ma se vi è capitato di vederlo, è uno spettacolo commovente. Pura bellezza, a cui la balena non rinuncia nemmeno da morta.

Mano a mano che il corpo s’inabissa, alle diverse profondità i pesci cominciano a divorarlo.
Dove la luce non arriva più, pesci fotogeni danzano attorno il loro corteggiamento di lucine affamate.

Watasenia scintillans, il calamaro libellula che trasuda nubi di ipnotica luce blu per attirare le prede, banchi di Sternoptychidae sottili e cesellate in squame d’argento, Stomiidae, i mostruosi pesci drago rossi come un inferno di zanne affilate.

La balena in caduta libera si crea attorno una scia verticale di stomaci appagati.

La carcassa scivola accanto a enormi colonne di pietra, soffioni che buttano acqua bollente e acido solfidrico.
Lungo il bordo dei soffioni stanno aggrappate anemoni rosse.
Riftia pachyptila.

Sono rosse a causa dell’emoglobina, per mezzo di cui prendono l’ossigeno dall’acido che gli sgorga attorno.

Chemiosintesi.
Sono organismi vegetali, ma possono sanguinare.
Un buon compromesso fra piante ed animali.

Dicono che veniamo dal mare.
Forse è vero.

Più in basso, l’abisso. Quello vero.
Arrivano gli ultimi mostri con faretre di denti spalancate in faccia alla paura sacrosanta del pesce piccolo, lampi di calamari, leviatani silenziosi, a contendersi gli ultimi brandelli di cibo rimasti aggrappati alle ossa, ormai candide.

La balena tocca il fondo.
Si è lasciata alle spalle un piccolo ecosistema perfetto che dura solo il tempo di una caduta.
Colonie di batteri luminosi si insediano sullo scheletro, filamenti dei più meravigliosi colori ondeggiano nel buio. E’ tutto un segreto di tonalità mai viste.

Il mare è pieno di balene fiorite.

5:25 PM  
Blogger Simo said...

stupendo. é tuo?
il montedidio non lo trovo.
tanto ci metto un secolo a leggere i libri.
con questo di sola andata, forse ne avró abbastanza per i prossimi 82 anni ;-p

10:42 PM  

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