domenica 30 aprile 2006

la caduta


ora spegnamo la luce - mi dicesti - voglio aprire gli occhi e vedere la tua faccia.
acconsentii.
spegnesti la luce, tu apristi gli occhi, io chiusi i miei.
in mezzo all'oscuritá lasciavi scorrere delicato i polpastrelli delle tue dita sulle linee del mio viso.
io, ubriaca, cercavo la tua bocca.
mi dicesti di no, e mi accennasti di lei.
mangiasti una torta e le briciole ti cadevano al suolo.
mia madre le raccoglieva e te le rimetteva in bocca.
poi uscimmo e camminammo fino alla casetta di legno sulla spiaggia, lí mi prendesti.
in quel momento tutto fu trasformato e dimenticato, tutto tranne la mia macchia.
guardavo una grassa norvegese correre dietro a 20 euri che volavano tra le sue gambe.
poi di nuovo Frank, e quella storia che credevo fosse finita.
ti raggiunsi al ristorante sul molo, quello all'aperto dei pescatori, e tu eri decrepito, ed avevi le ore contate: ordino un litro di vino? mi chiedesti
lo sai che non bevo, andrá bene un quarto - ti risposi.
poi uscimmo e apparsero due astronavi nel cielo. le vedi anche tu? forse sono venute ad aiutarci - ti dissi.
non sono altro che aquiloni, rispondesti.
tutto era finito con una notte di desiderio. fu il giorno in cui perdesti tutti i poteri.