mercoledì 28 luglio 2010

Elejibó - remembering Melody Mecca

Cidade reluzente Elegibo...Cidade florescente Elegibo...

Cidade reluzente Elegibo...Cidade florescente Elegibo...

Elegibo...
Cidade cantada da e le Sua majestade real
Araketu, ritual do candomblé.
Se exalta as cidades de Gueto e Sabéh
O menino que trouxe o homem
Utilizando seus poderes
Passaram se anos difíceis Sofreram muitos seres
Os pássaros ficaram sem pasto
A fauna e a flora não brotavam mais
Suas mulheres ficaram estéreis
A flor do seu sexo não se abrira jamais...

Ele... Ele... I
Ele... Ele... Elegibo... Elegibo...Elegibo...

Ele... Ele... I
Ele... Ele... Elegibo... Elegibo...Elegibo...

Cidade reluzente Elegibo.. Cidade florescente Elegibo..

Cidade reluzente Elegibo.. Cidade florescente Elegibo.. -----



Vamo a bailare...

Os guerreiros lutavam entre si
Com golpes de vara Era um ritual
Durante varias horas
Travou-se a batalha entre o bem e o mal
Depois retornaram com um rei
Para a floresta sagrada
Onde comeram a massa de Inhamy bem passada...
Onde será comida por todos os Zeus
Negros homens em comunhão com Deus..
Ele... Ele... Ele...

Ele... Ele... Elegibo... Elegibo...Elegibo...

Ele... Ele... I
Ele... Ele... Elegibo...Elegibo...Elegibo...

Ele... Ele... I ------
Ele... Ele... Elegibo... Elegibo...Elegibo...

Ele... Ele... I
Ele... Ele... Elegibo... Elegibo...Elegibo...

Cidade reluzente Elegibo...Cidade florescente Elegibo...

Cidade reluzente Elegibo...Cidade florescente Elegibo... ---

domenica 25 luglio 2010

Le lettere d'amore fanno ridere - Roberto Vecchioni

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Chinaski per Capossela - Scuola di vita

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venerdì 23 luglio 2010

En tus brazos - Tango

Yo me cegué en tus ojazos
y fui a caer en tus brazos.
Y entre tus brazos yo fui feliz,
porque te amé con delirio.
Yo fui a caer en tus brazos
y así llegué hasta el martirio;
te juro que enloquecí,
cuando por dentro me vi,
y comprendí lo que hacía.
Quiero mirar hacia Dios,
aunque me muerda el dolor,
aunque me cueste morir.

Por quererte llegué hasta el martirio,
cuando vi que mi casa dejaba
y, aunque mi alma en tus brazos quedaba,
te dejé, que es igual que morir.
¡Cómo duele en la carne el zarpazo!
¡Así duele escapar de tus brazos!
De tu brazos, que a mí se aferraban,
gritando: ¡Mi vida se irá si te vas!

Hoy, con el alma en pedazos,
temblé al pensar en tus brazos
y cada noche de horror grité,
grité tu nombre querido.
Quise volver a tus brazos
y al ver los pibes dormidos,
te juro que enloquecí
cuando por dentro me vi
y comprendí lo que hacía.
Quiero mirar hacia Dios
aunque me muerda el dolor,
aunque me cueste morir.

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giovedì 22 luglio 2010

Elis Regina - Meio Termo

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Confianzas - Gotan Project

si siede al suo tavolo e scrive
«con questa poesia non giungerai al potere» dice
«con questi versi non farai la Rivoluzione» dice
«né con mille versi farai la Rivoluzione» dice

e per di piú: quei versi non gli serviranno affinché
braccianti, maestri, taglialegna vivano meglio
mangino meglio o lui stesso viva meglio
né per innamorare nessuna gli serviranno

non guadagnerá un soldo con essi
non entrerá al cinema gratis
non gli daranno vestiti
né gli faranno avere tabacco o vino

né pappagalli né sciarpe né barche
né tori né ombrelli riceverá per essi
se fosse per loro si bagnerebbe nella pioggia
non riceverá il perdono o la grazia per essi

«con questa poesia non giungerai al potere» dice
«con questi versi non farai la Rivoluzione» dice
«né con mille versi farai la Rivoluzione» dice
si siede al suo tavolo e scrive

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lunedì 19 luglio 2010

Muttettos a Trallallera

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domenica 18 luglio 2010

Fatima, la filatrice e la tenda

C'era una volta una giovane donna di nome Fatima che viveva in una città dell'Estremo Oriente. Era figlia di un ricco filatore. Un giorno suo padre le disse: "Vieni, figlia mia, partiamo per un viaggio: ho degli affari da trattare nelle isole del Mare Centrale. Forse troverai qualche bei giovanotto di buona famiglia da sposare".
Partirono e viaggiarono di isola in isola: il padre curava i suoi affari, mentre Fatima sognava il suo futuro marito. Un giorno, però, mentre veleggiavano verso Creta, si alzò una tempesta e la nave naufragò, Fatima si ritrovò svenuta su una spiaggia, non lontano da Alessandria; suo padre era morto e lei era rimasta completamente priva di tutto.
Della sua vita passata non le rimaneva che un vago ricordo, perché l'esperienza del naufragio e la sua permanenza in acqua l'avevano completamente spossata.
Mentre stava vagando sulla spiaggia, incontrò una famiglia di tessitori. Era gente povera, ma la condussero a casa loro e le insegnarono i rudimenti del mestiere. Così, Fatima iniziò una seconda vita e nel giro di un anno o due si sentì felice e riconciliata con la sua sorte. Un giorno, però, mentre stava passeggiando sulla spiaggia, sbarcarono dei trafficanti di schiavi e la portarono via assieme ad altre giovani prigioniere.
Benché si lamentasse molto della sua sorte, Fatima non suscitò alcuna compassione nei mercanti, che la portarono a Istanbul per venderla come schiava.
Il suo universo era crollato per la seconda volta. Ora, in quel giorno c'erano solo pochi compratori al mercato, tra cui un uomo che cercava degli schiavi per il suo cantiere di alberi per navi. Vedendo la tristezza della povera Fatima, decise di comprarla, pensando di essere perlomeno in grado di offrirle una vita migliore di quella che avrebbe indubbia mente avuto con un altro padrone.
Condusse Fatima a casa sua con l'intenzione di darla a sua moglie come domestica. Ma quando arrivò a casa, scoprì di aver perso tutti i suoi averi in un carico che i pirati avevano depredato. Non poteva quindi permettersi più di avere degli operai; di conseguenza, Fatima, lui e sua moglie rimasero soli a lavorare duramente alla costruzione degli alberi.
Piena di riconoscenza per il suo salvatore, Fatima lavorò così tanto e così bene che egli decise di affrancarla. Lei divenne la sua fidata collaboratrice e in quella terza situazione di vita conobbe una relativa felicità.
Un giorno le disse: "Fatima, voglio che tu vada a Giava, come mio agente, con un carico di alberi. Fa' in modo di vendere tutto con profitto". Fatima partì, ma mentre la nave si trovava al largo della costa cinese, si imbatté in un tifone e naufragò. Fatima si ritrovò ancora una volta buttata sulla spiaggia di una terra straniera. Di nuovo pianse amaramente al pensiero che nella vita nulla si svolgeva secondo le sue aspettative. Ogni volta che le cose sembravano andare bene, succedeva qualcosa che distruggeva tutte le sue speranze.
Per la terza volta gridò: "Come mai ogni volta che cerco di fare qualcosa finisce male? Perché sono sempre perseguitata dalla sfortuna?", ma non ottenne risposta. Si rialzò e si diresse verso l'interno. Ora, in Cina nessuno aveva mai sentito parlare di Fatima e delle sue disgrazie, ma esisteva una leggenda secondo la quale un giorno sarebbe arrivata una straniera che sarebbe stata in grado di costruire una tenda per l'imperatore, e dato che nessuno sapeva ancora costruire una tenda, tutti aspettavano col più vivo interesse la realizzazione di quella profezia.
Per essere sicuri di non perdere l'arrivo della straniera, gli imperatori che si erano succeduti sul trono avevano preso l'abitudine di inviare, una volta all'anno, degli araldi in tutte le città e i villaggi della Cina per chiedere che tutte le donne straniere fossero condotte a corte.
Fu precisamente lo stesso giorno in cui l'araldo era venuto a proclamare la volontà reale, che Fatima entrò sconvolta in una città della costa cinese. La gente le parlò con l'aiuto di un interprete e le spiegò che doveva recarsi subito dall'imperatore.
'"Signora", disse l'imperatore, quando Fatima fu introdotta, "sapete fabbricare una tenda?". "Penso di sì", rispose Fatima.
Chiese di avere delle corde, ma non ce n'erano. Allora si ricordò del tempo in cui era stata filatrice. Raccolse del lino, con il quale fece delle corde. Poi chiese un telo resistente, ma i cinesi non ne avevano del tipo che le serviva. Attingendo all'esperienza maturata presso i tessitori di Alessandria, si mise a tessere un telo da tenda. Aveva inoltre bisogno di pali per tenda, ma in Cina non ce n'erano. Fatima si ricordò allora di ciò che aveva imparato dal costruttore di alberi di Istanbul, e fabbricò abilmente dei solidi pali per tenda. Quando furono pronti, frugò nella sua memoria per ricordarsi di tutte le tende che aveva visto durante i suoi viaggi: e fu così che una tenda venne alla luce.
Quando questa meraviglia fu presentata all'imperatore, egli si offrì di esaudire qualsiasi desiderio Fatima volesse esprimere. Fatima scelse di stabilirsi in Cina, dove sposò un bei principe e visse felice, circondata dai suoi figli, fino alla fine dei suoi giorni.
Fu grazie a tutte quelle avventure che Fatima capì finalmente che ciò che al momento le era sembrata una spiacevole esperienza, aveva invece giocato un ruolo essenziale nell'edificazione della sua felicità definitiva.

* * *

Questa storia è ben conosciuta nel folclore greco, dove abbondano ancora oggi i dervisci e le loro leggende. Questa versione è attribuita allo sceicco Mohammed Jamaludin di Adrianopoli, che fondò l'Ordine ]amalia (l'Ordine della 'Bellevw') e che morì nel 1750.

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sabato 17 luglio 2010

venerdì 16 luglio 2010

Rua do Capelao - Fado

Juncada de rosmaninho
Se o meu amor vier cedinho
Eu beijo as pedras do chão
Que ele pisar no caminho.

Há um degrau no meu leito,
Que é feito pra tisomente
Amor, mas sobe com jeito
Se o meu coração te sente
Fica-me aos saltos no peito.

Tenho o destino marcado
Desde a hora em que te vi
Ó meu cigano adorado
Viver abraçada ao fado
Morrer abraçada a ti.

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Angelique Kidjo - We We

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mercoledì 14 luglio 2010

ai miei nemici (è un tolchinblùs), di Moozak

non mi diverto più
a guardarvi passare
eravate lo spettacolo migliore del mondo
e adesso guardatevi come siete ridotti

maiali sudati e senza poesia
rapaci coi nervi a fior di pelle
la tensione si può toccare
alle sei di un pomeriggio di pioggia

ma a me
non mi avrete mai

accumulate roba accumulate
ma forse siamo in guerra
e non lo avevo capito
comprate un sacco di telefoni a vostri figli
ma poi mica ci parlate

e non sapete godervi un mattino, un torrente
e la paura vi si legge in faccia
Ma chi ve lo fa fare mi chiedo
quanti cazzo di anni credete di campare?

Ma a me
non mi avrete mai

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lunedì 12 luglio 2010

Riccardo Luciani

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domenica 11 luglio 2010

La Morte - Dylan Dog

Chi è colui così gagliardo e forte
che possa vivere senza poi morire?
E da colei ch’è tutto, Madonna Morte,
l’anima sua possa far fuggire?
La Morte schifosa, la Morte lasciva!
La Morte! La Morte! La Morte che arriva!
La Morte, la Morte, dolcissima e amara,
la Morte che avanza nella notte chiara.
La Morte di pietra, la Morte di neve
la Morte che viene con passo lieve.
La Morte che dona, la Morte che prende,
la Morte che ruba, la Morte che rende,
la Morte che passa, la Morte che sta,
la Morte che viene, la Morte che va.
La Morte che arriva con il suo dolore,
e avvolge ogni cosa con il suo fulgore.
La Morte regina senza scettro e corona,
La Morte! La Morte! La Morte in persona.
La Morte! La Morte! La Morte furiosa,
la Morte maligna, la Morte pietosa,
la Morte sicura, la Morte carogna,
la Morte che ha il muso di un topo di fogna.
Verrà la Morte e i tuoi occhi avrà
e la bellezza tua, vanità di vanità…
Verrà la Morte e porterà con sé
tutto il tuo impero, tutto, insieme a te…
Verrà la Morte e taglierà il legame
così sottile e forte, così bello e infame…
Verrà la Morte, sarà la tua coscienza,
è stata tua compagna in tutta l’esistenza…
Verrà la Morte, e a te che non sei niente
porgerà la mano, in mezzo all’altra gente……
…. e tu sarai il primo, come vorrà la sorte,
a danzare con lei la danza della Morte!
La Morte bizzarra, la Morte normale,
la Morte che viene a lenire ogni male
La Morte ha danzato, la Morte civetta,
la Morte ti ha scelto, la Morte ti aspetta!
La Morte trionfante, la Morte gloriosa!
La Morte! La Morte! La Morte tua sposa!

martedì 6 luglio 2010

Tlacaelel - Antonio Velasco Piña