domenica 13 marzo 2005

striscio le mani sul pavimento della mia taverna, alla ricerca di qualcosa. qualcosa lo trovo sempre, non pulisco mai. solo un pezzo di terra che sbriciolo con avidità. dannazione sembrava fumo. merda merda!
se penso che tu vai in para per molto meno, tutti i giorni, mentre io rido alle spalle della tua innocenza...
come diavolo faccio a dirtelo in faccia che io so chi sei, che mi basta una briciola di te. per capirti, per abbracciarti e per lavare il sangue dalle tue ginocchia e la polvere dal tuo naso... lo tratti veramente male. ma io ti voglio bene ed è tutto ciò che so dire davanti alla tua maschera. non esiste droga, nemmeno il più umano dei riti potrà salvarti da te stesso.
perchè sei così teso? non dirmi che è tutto a posto.
lo sai che non esiste niente di più labile delle tue convinzioni, che non puoi ostentare la spavalderia delle tue efferatezze come la tua sorellina che scrive ciò che non leggerai può. vorrei stringere le tue mani per un istante, per il tempo necessario a farti capire che tutto ciò in cui credi è crollato e che l'amore non scioglie la colpa, ma te ne regala la consapevolezza.
per questo la tua vita è un senso unico di pazzia ed un vicolo cieco di dolore. per questo stai male e piangi la notte. ed io sono stanca di vedere i tuoi occhi bruciare.
vuoi veramente che ti insegni la via per il piacere? non è difficile, ti devi solo spogliare, di tutto. pure di questa maschera. e non dire che non ci riesci, io l'ho fatto quando ero piccola piccola.
e come allora tornerò, solo per te e conteremo le nostre dita in qualche buco scavato nel bosco dietro casa. correremo sotto la pioggia schivando i rivoli dei tetti. dipingeremo a nostro modo i muri dei vicini che ci stanno antipatici e torneremo a casa in punta di piedi.