Stop number 81: MIND THE GAP
entonces te conté de mi sueño.
del bar che avevi arredato e che tutti contemplavano a mo' di una galleria, e tu digrignavi la felicitá dalle piaghe della bocca.
e la sorellina indicava spietata nell'unifome scolastico: tu si, tu si, tu si, tu pure vieni dentro con una dentatura fantastica, e la bocca tutta sporca d'inchiostro.
noialtri eravamo dentro dal giovane pomeriggio.
ci eravamo fatti dei camerini uno al lato opposto dell'altro per paura d'incontrarci e vederci i vestiti prima della cerimonia.
dovevamo attendere. c'era un piano nero e uno bianco coi tasti al contrario. le piastrelle del pavimento riflettevano tutto come specchi.
le avevi osservate una ad una incastrarsi magicamente laboriose
quando le depositasti nel cemento al neon.
roba di prima scelta, sussurrasti strizzandomi l'occhio.
lo chiamammo "Myland" ma per noi era il nostro "circolo vizioso"
potevi parlare coi sottotitoli in 24 lingue
innestarti occhi heptadimensionali, degustare piatti originali serviti col teletrasporto e assistere live music di artisti 600 anni avanti o indietro nel tempo.
mi dicesti: se si potesse sognare sempre cosí...
giá -risposi- se penso a quanto tempo abbiamo perso senza rincorrere niente..automatizzáti da quello che tutti quei mostri ci obbligavano a fare..
non pensarci piú, cara. tutto é passato.. a proposito ma..dove sei stata tutto quel tempo, non me l'hai mai detto..Desdemona? Desdemona? (Silly gipsy she's gone again!..)
del bar che avevi arredato e che tutti contemplavano a mo' di una galleria, e tu digrignavi la felicitá dalle piaghe della bocca.
e la sorellina indicava spietata nell'unifome scolastico: tu si, tu si, tu si, tu pure vieni dentro con una dentatura fantastica, e la bocca tutta sporca d'inchiostro.
noialtri eravamo dentro dal giovane pomeriggio.
ci eravamo fatti dei camerini uno al lato opposto dell'altro per paura d'incontrarci e vederci i vestiti prima della cerimonia.
dovevamo attendere. c'era un piano nero e uno bianco coi tasti al contrario. le piastrelle del pavimento riflettevano tutto come specchi.
le avevi osservate una ad una incastrarsi magicamente laboriose
quando le depositasti nel cemento al neon.
roba di prima scelta, sussurrasti strizzandomi l'occhio.
lo chiamammo "Myland" ma per noi era il nostro "circolo vizioso"
potevi parlare coi sottotitoli in 24 lingue
innestarti occhi heptadimensionali, degustare piatti originali serviti col teletrasporto e assistere live music di artisti 600 anni avanti o indietro nel tempo.
mi dicesti: se si potesse sognare sempre cosí...
giá -risposi- se penso a quanto tempo abbiamo perso senza rincorrere niente..automatizzáti da quello che tutti quei mostri ci obbligavano a fare..
non pensarci piú, cara. tutto é passato.. a proposito ma..dove sei stata tutto quel tempo, non me l'hai mai detto..Desdemona? Desdemona? (Silly gipsy she's gone again!..)
0 Comments:
Posta un commento
<< Home