tango per Pia (piango)
..che non si puó rivangare un terreno che é lí seccato, arato, venduto, riseminato, raccolto, bruciato, risollevato, abbandonato, appestato, marcito, rubato, rifiorito, invecchiato.
Or ora son ringiovanita e compio trent’anni.
Mangio argilla e riempio la caraffa dell’acqua di pietre preziose. La piú bella sei sempre tu quando appari lí riflessa mentre ti metti il mascara e m’inquini tutta l’acqua.
É cosí che ti ho vista l’ultima volta.
E quella prima non ti posso nemmeno ricordare.
Non sono mai potuta ritornare, perché sarei prima dovuta andarmene, ma quando mi ritrovai lontana, giá non c’ero piú e non mi sentivo neanche tanto persa.
Sono sempre stata bene dappertutto.
Sono stata male qua e lá.
Non ho mai avuto madre, né padre prima. Ora ho trovato due Madri e due Padri.
Ma non c’é nessuno che voglia condividerli con me. Tan solo l’Atlante, che tutt’ora arrabbiato, mi scaraventa sulla terraferma e non mi lascia navigare.
Chiedo perdono per i miei peccati, e soprattutto per quelli che hanno fatto soffrire chi mi stava vicino perché non ha potuto capirli. Ma era parte del mio camminare, quello iniziato con ordinaria follia, percorso sulla strada, e terminando, come dicono i profeti, nell’apocalisse.
Ora non scappo piú. Ed ogni giorno mi si presenta una porta. Io non le apro piú. Non cerco piú niente lí fuori. La vita é un circolo e nei circoli ci rimango sempre intrappolata. Cerco dentro, con un’appendice fuori-capelli lunghi, partorita a natale, che non parla nemmeno la mia lingua. Ma ha trasformato il mio sorriso. Ha portato rughe intorno agli occhi e capelli bianchi da tingere. Ma mi ha obbligato a restare. Mi ha insegnato a voler restare.
E quando penso a lei, penso a te, perché sempre sei stata come mia figlia. E l’ho sempre sperata come te. E forse era giá come te anche se non l’avessi sperato.
Lei mi ha salvata. Lei, e le tue preghiere. Cosa pensi, che non lo sapevo? Credi che tutti quei gridi lancinanti non mi siano mai arrivati? Che tutte quelle creaturine che ogni notte supplicavi di salvare me invece di qualcun’altro non t’abbiano ascoltata? Dio ascolta l’amore, e l’amore é dio, e tu sei tutta d’amore, amore mio sei dio.
Ed ora sono un pó stanca di tutte queste cazzate terrestri. La mia bambina da grande vuole fare il meccanico aerospaziale e speriamo che il primo prototipo cada per sbaglio proprio nel triangolo delle Bermudas con noi dentro. E non appaia piú.
Io sono troppo grande per queste cose che durano solo una vita. A me sto mondo non mi basta.
Com’é fragile la tranquillitá. E com’é forte l’amore che tutto puó. Dai buchi vulcanici zampilla lo zolfo dell’infernale creatore dell’isola. Tutt’intorno la violenza selvaggia delle acque imponenti.
Ogni giorno sembra l’ultimo. E mi sento un pó felice.
Ma tutt’a un tratto ho cambiato idea. E vorrei volare sette giorni e sette notti per poterti riabbracciare. Ed asciugarmi le lacrime sui tuoi vestiti. Un’ora sola. E poi, non voler andar piú via.
Te quiero Stella Filante.
Or ora son ringiovanita e compio trent’anni.
Mangio argilla e riempio la caraffa dell’acqua di pietre preziose. La piú bella sei sempre tu quando appari lí riflessa mentre ti metti il mascara e m’inquini tutta l’acqua.
É cosí che ti ho vista l’ultima volta.
E quella prima non ti posso nemmeno ricordare.
Non sono mai potuta ritornare, perché sarei prima dovuta andarmene, ma quando mi ritrovai lontana, giá non c’ero piú e non mi sentivo neanche tanto persa.
Sono sempre stata bene dappertutto.
Sono stata male qua e lá.
Non ho mai avuto madre, né padre prima. Ora ho trovato due Madri e due Padri.
Ma non c’é nessuno che voglia condividerli con me. Tan solo l’Atlante, che tutt’ora arrabbiato, mi scaraventa sulla terraferma e non mi lascia navigare.
Chiedo perdono per i miei peccati, e soprattutto per quelli che hanno fatto soffrire chi mi stava vicino perché non ha potuto capirli. Ma era parte del mio camminare, quello iniziato con ordinaria follia, percorso sulla strada, e terminando, come dicono i profeti, nell’apocalisse.
Ora non scappo piú. Ed ogni giorno mi si presenta una porta. Io non le apro piú. Non cerco piú niente lí fuori. La vita é un circolo e nei circoli ci rimango sempre intrappolata. Cerco dentro, con un’appendice fuori-capelli lunghi, partorita a natale, che non parla nemmeno la mia lingua. Ma ha trasformato il mio sorriso. Ha portato rughe intorno agli occhi e capelli bianchi da tingere. Ma mi ha obbligato a restare. Mi ha insegnato a voler restare.
E quando penso a lei, penso a te, perché sempre sei stata come mia figlia. E l’ho sempre sperata come te. E forse era giá come te anche se non l’avessi sperato.
Lei mi ha salvata. Lei, e le tue preghiere. Cosa pensi, che non lo sapevo? Credi che tutti quei gridi lancinanti non mi siano mai arrivati? Che tutte quelle creaturine che ogni notte supplicavi di salvare me invece di qualcun’altro non t’abbiano ascoltata? Dio ascolta l’amore, e l’amore é dio, e tu sei tutta d’amore, amore mio sei dio.
Ed ora sono un pó stanca di tutte queste cazzate terrestri. La mia bambina da grande vuole fare il meccanico aerospaziale e speriamo che il primo prototipo cada per sbaglio proprio nel triangolo delle Bermudas con noi dentro. E non appaia piú.
Io sono troppo grande per queste cose che durano solo una vita. A me sto mondo non mi basta.
Com’é fragile la tranquillitá. E com’é forte l’amore che tutto puó. Dai buchi vulcanici zampilla lo zolfo dell’infernale creatore dell’isola. Tutt’intorno la violenza selvaggia delle acque imponenti.
Ogni giorno sembra l’ultimo. E mi sento un pó felice.
Ma tutt’a un tratto ho cambiato idea. E vorrei volare sette giorni e sette notti per poterti riabbracciare. Ed asciugarmi le lacrime sui tuoi vestiti. Un’ora sola. E poi, non voler andar piú via.
Te quiero Stella Filante.
3 Comments:
mi cultura, de negrito,no me dá para entender el tango italiano, mira a ver si me lo traduces,
en que tenga un poquito de tiempo leeras un preciosa composición de un tango, que recité en mi último recital de poesía.
saludos robert
ah, se me olvidaba soy aragones jajajajaj
TANGO POR PIA (Lloro)
..que no se puede volver a sacudir un terreno que ya está seco, arado, vendido, risembrado, cosechado, quemado, levantado, abandonado, apestado, podrido, robado, reflorecido, envejecido.
Ahora mismo estoy rejuvenecida y cumplo treinta años.
Como arcilla y lleno la garrafa del agua de piedras preciosas. La más bonita eres tu, como siempre, cuando apareces allí reflejada, mientras te dás la máscara para las pestañas, y me ensucias toda el agua.
Es así como te ví la última vez.
Y en la anterior no te puedo recordar.
Nunca pude volver, porque hubiera tenido que irme primero, pero cuando estaba lejos, ya no estaba, y tampoco estaba muy perdida.
Siempre me he sentido bien en cualquier sitio.
He estado mal aqui y ahy.
Nunca he tenido madre, ni padre antes. Ahora he encontrado dos Madres y dos Padres.
Pero no hay nadie que quiera compartirlos conmigo. Tan sólo el Atlante, que todavía mosqueado, me sacude hacía la tierra firme y no me deja navegar.
Pido perdón por cada pecado comitido, y sobretodo por los que hicieron sufrir a mis queridos porque no han podido comprenderlos. Más era parte de mi caminar, lo que empezó con ordinaria locura, recorrido en la carretera, y terminando, como dicen los profetas, en el apocalipsis.
Ahora ya no huyo. Y cada día se me presenta una puerta. Yo ya no las abro. Ya no busco nada allí fuera. La vida es un círculo y en los círculos siempre me quedo atrapada. Busco hacía dentro, con un apendice fuera-pelos largos, parida en navidad, que nisiquiera habla mi idioma. Pero ha transformado mi sonrisa. Ha traido arrugas alrededor de mis ojos y canas para teñir. Más me ha obligado a quedarme. Me ha enseñado a quererme quedar.
Y cuando pienso en ella, pienso en ti, porque siempre has sido como mi hija. Y siempre la he esperada como tú. Y puede que ya fuera como tú aunque no lo hubiese esperado.
Ella me ha salvado. Ella, y tus rezos. Que crees, que yo no lo supiera? Crees que todos esos gritos lancinantes no me hayan llegado? Que esas creaturitas que cada noche suplicabas por salvarme a mi en lugar que cualquier otro, no te hubiesen escuchada? Dios escucha el amor, y el amor es dios, y tu eres toda de amor amor mio, eres dios.
Y ahora estoy un poco cansada de todas estas tonterías terrícolas. Mi niña de mayor quiere ser mecánico aeroespacial y espero que el primer prototípo se caiga justo en triangulo de las Bermudas con nosotras dentro. Y no vuelva a aparecer.
Yo soy demasiado grande para estas cosas que duran sólo una vida. A mi este mundo no me basta.
Que fragil es la tranquilidad. Y que fuerte es el amor que todo puede. Desde los agujeros volcanicos sarpica el azufre del creador infernal de la isla. Todo alrededor la violencia salvaje de las aguas impetuosas.
Cada día parece ser el último. Y yo me siento un poco feliz.
Pero de repente he cambiado de idea. Y quisiera volar siete días y siete noches para volver a abrazarte. Y secarme las lágrimas en tus vestidos . Una hora solamente. Y luego, no querer irme nunca más.
faltaba el final:
Te quiero Serpentina
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