martedì 2 agosto 2005

a mme mi piace tutte quanti li ragazzi italiano, porché sono vveramente bravo a fare l'ammore

Djelém djelém lungóne droméntsa,
Maladilém baxtalé Rroméntsa.
Ah, Rromalé,
Ah, Chavalé.
Ascolto Ó Vurdón e penso a uno strafigo slavo che fa il cameriere nel ristorante turco dietro la piazza. Lí ci si siede sui tappeti, sopra un baldacchino e se vuoi ti fanno pure i massaggi e ti lasciano fumare i narghilé se lo chiedi.
Questo ragazzone di uno e novanta moreno moreno, un corpo da far passare pure la fame, e si vedeva che gli piacevo perché serviva da mangiare, da bere, da fumare senza staccarmi gli occhi di dosso. Io cercando di comportarmi, aggredita dagli sbalzi ormonali e flussi poco ortodossi, ho dovuto farmi un tiro di narghilé da lasciarmi k.o. per farmi passare i bollenti spiriti.
Tappo la bocca a Vinicio e gli cambio la canzone, cosí cambio di pensiero.

Sabato dovró salutare Joshua, il praticante negro Berlinese che é qua da sei mesi. Andiamo al sud, Playa de las Americas al Metropolis, una discoteca malfamatissima, dove passano le peggiori cose. Ci porto anche Adriano (il mio vicino di casa), e poi li porto all'after nel chiringuito di fronte alla spiaggia (il Surf). Li é pieno di terroni di tutte le nazionalitá del sud del mondo ma soprattutto italiani. Calabresi, pugliesi, irpini, siciliani, napoletani,...stanno tutti lí. A vendere droga e fare le pizze. Io di solito sono troppo in tiro perché si avvicinino. E loro sono troppo fatti di notte. Quindi tutto va liscio, e poi io non do confidenza. Son gentaccia. Ma star li con loro mi fa sentire il richiamo della foresta. Due settimane fa quasi mi rimorchia un columbiano pluripregiudicato. Fortunatamente stavo con un amico di Barcellona di due metri, e fatto come Dadá al matrimonio di sua sorella, e nessuno voleva fargli sgarbi.
L'estate é un camion a rimorchio. É la peggiore delle stagioni, come qualitá di gente. Ma io che sono un pó annoiata, mi svago negli inferi, che, travestita da angelo é dove meglio sto.

Ho scritto sullo specchio Marleoafficcambuccamela, cosí quando lo leggo rido e associo la risata al tuo nome. A volte i consigli bisogna travisarli perché siano effettivi su uno stesso. Poi ti guardo li abbracciato a Vinicio sul frigorifero, che ridi, e penso: ma pensa té sto stronzo.. sensibile come i piedi coi calli. Ay Marleito, come vorrei che venissi qua. Ti presterei il mio mega salvagente fucsia e ti ribalterei coi piedi per aria e la testa sott'acqua, ma solo per scherzo, per far ridere i turisti sul bagnasciuga (io l'ho fatto da sola domenica a Los Cristianos, mi son ribaltata mentre rincorrevo Adriano a mó di zattera).

Dai Marle, vieni qua, che ti porto alle terrazze d'estate, e balliamo i latino-americani sotto le stelle e ti schiaccio tutti i piedi, che tanto tu non t'incazzi, e ridiamo, e non la finiamo piú e facciamo un casino della madonna, cosí tanto per ridere, e beviamo come i russi che buttano il bicchiere vuoto all'indietro e poi ci nascondiamo e vediamo chi sanguina, e ci portiamo l'walkman e ci ascoltiamo e allora mambo e strissiamo come le bissie

c'ho una voglia di vedermi Vinicio, con quelle manacce sul piano..che coss'é l'amore, é un indirizzo sul comó, di un posto d'oltremare che é lontano solo prima d'arrivare..

ciao caro Marle, ti lascio alla buona notte. un bacio. tua per semprez