lettera a mia cugina
proprio in questi giorni di calore intenso, mi é capitato di vedere dalla strada qualche portone chiudersi, e sbirciando dentro ho trovato quei giardini e cortili interni pieni di piante cosí simili a quelli che visitavo con la nonna quando d'estate rimanevo con lei in sardegna e mi portava mano nella mano a fare il giro delle vecchie del paese.
le strade erano secche, e ci potevi lanciare i cubi d'acqua con candeggina, ma dopo pochi secondi era asciutta come l'africa. solo quando entravi in qualcuno di questi cortili che mai si vedevano dalla strada, potevi privilegiarti di qualche mezz'oretta al fresco delle piante, e in casa delle amiche della nonna non mancava mai un dolcetto di mandorle. loro bevevano il caffé nelle tazzine del servizio buono, coi cucchiaini d'argento e chistionavano chistionavano chistionavano..ay ay ta basca. la mia nonna non smetteva mai di dirlo, e di sventolarsi. sembrava una gitana coi capelli neri e il ventaglio alla mano.
non so perché, quando mi prendono questi attacchi di nostalgia, quella che mi manca piú di tutti, resta sempre lei. non posso farne a meno, quando spello un fico d'india o taglio un melone a fette. ogni volta che ci penso, mi sembra sempre che siamo tutti figli suoi, anche la zia, anche voi cugini, e persino mio padre.
la vita qui, fortunatamente scorre lenta, soprattutto in estate. le spiagge sono affollate e solo chi abitiamo qui, non vediamo l'ora che finisca, per riavere il nostro spazio, i nostri privilegi, il nostro posto all'ombra.
l'amore nemmeno ha piú bussato alla mia porta. ogni tanto qualche demonio ci prova, ma io sbircio dall'occhiello e non lascio passare nessuno. preferisco sola che una rivoluzione in casa con qualche kamikaze.
mi fa piacere che le cose vadano bene dalle vostre parti...é un momento di sacrificio, ma sicuramente godrete dei frutti, quando si semina, bisogna avere un pó di pazienza.. il cugino é il mio preferito...menomale che in famiglia c'é qualcuno che ha ancora il coraggio di credere nell'arte e scommettere per lei. credo che l'italia ne abbia bisogno. a me fa pena vederla affogare nella motta e nei centri commerciali. in fondo tuo padre, quando lo conobbi io, e voglio dire i miei primi ricordi di lui risalgono a quando era un attore di teatro,..quindi insomma da un seme di cetriolo non si puó pretendere che cresca una carota!!
tu chicco di caffé sei bellissima, coi capelli rossi, sembri un albero di legno pregiato, e i tuoi occhi le foglie silenziose di un giardino giapponese. ti ricordo ancora quando imparasti a camminare. anche lí mostravi giá la tua forza. ti reggevi su quelle gambettine grassottelle e guardavi dritto davanti a te, senza paura. dovevi andare. e sei cresciuta, e sei rimasta piccolina, come tutti del resto, e soffi nelle vele, e spingi la tua barca, come il vento. mia figlia é giá addormentata, domattina quando si sveglierá le faró vedere le foto, sono sicura che le piacerebbe rivedervi e ne farebbe una pelle. é cresciuta tanto. ha le gambettine magre e lunghe e i piedi lunghi e non fa altro che parlare delle sue galline e dei suoi pulcini, e dei nomi buffi che gli da..anacleto il gallo, la gallina turuleta, la bionda, il negro, colofonia,.. lei se ne prende cura come una donnina antica. adora cucinare, e mette sempre la sedia di fianco a me quando preparo da mangiare e mi aiuta e ammassa, e amalgama, frulla, lava,.. é giá pronta da sposare. a volte s'imbroncia allora incrocia le braccia, mette la bocca all'ingiú e aggrotta le sopracciglia. stessa faccia di tuo padre.
vi lascio con un abbraccio grande. spero che continuiate in salute e felicitá. se vi viene voglia di passare da queste parti tutti e quattro assieme scordatevelo, perché non saprei dove mettervi, ma due alla volta possiamo anche stringerci, e sicuro che fará molto molto caldo!
le strade erano secche, e ci potevi lanciare i cubi d'acqua con candeggina, ma dopo pochi secondi era asciutta come l'africa. solo quando entravi in qualcuno di questi cortili che mai si vedevano dalla strada, potevi privilegiarti di qualche mezz'oretta al fresco delle piante, e in casa delle amiche della nonna non mancava mai un dolcetto di mandorle. loro bevevano il caffé nelle tazzine del servizio buono, coi cucchiaini d'argento e chistionavano chistionavano chistionavano..ay ay ta basca. la mia nonna non smetteva mai di dirlo, e di sventolarsi. sembrava una gitana coi capelli neri e il ventaglio alla mano.
non so perché, quando mi prendono questi attacchi di nostalgia, quella che mi manca piú di tutti, resta sempre lei. non posso farne a meno, quando spello un fico d'india o taglio un melone a fette. ogni volta che ci penso, mi sembra sempre che siamo tutti figli suoi, anche la zia, anche voi cugini, e persino mio padre.
la vita qui, fortunatamente scorre lenta, soprattutto in estate. le spiagge sono affollate e solo chi abitiamo qui, non vediamo l'ora che finisca, per riavere il nostro spazio, i nostri privilegi, il nostro posto all'ombra.
l'amore nemmeno ha piú bussato alla mia porta. ogni tanto qualche demonio ci prova, ma io sbircio dall'occhiello e non lascio passare nessuno. preferisco sola che una rivoluzione in casa con qualche kamikaze.
mi fa piacere che le cose vadano bene dalle vostre parti...é un momento di sacrificio, ma sicuramente godrete dei frutti, quando si semina, bisogna avere un pó di pazienza.. il cugino é il mio preferito...menomale che in famiglia c'é qualcuno che ha ancora il coraggio di credere nell'arte e scommettere per lei. credo che l'italia ne abbia bisogno. a me fa pena vederla affogare nella motta e nei centri commerciali. in fondo tuo padre, quando lo conobbi io, e voglio dire i miei primi ricordi di lui risalgono a quando era un attore di teatro,..quindi insomma da un seme di cetriolo non si puó pretendere che cresca una carota!!
tu chicco di caffé sei bellissima, coi capelli rossi, sembri un albero di legno pregiato, e i tuoi occhi le foglie silenziose di un giardino giapponese. ti ricordo ancora quando imparasti a camminare. anche lí mostravi giá la tua forza. ti reggevi su quelle gambettine grassottelle e guardavi dritto davanti a te, senza paura. dovevi andare. e sei cresciuta, e sei rimasta piccolina, come tutti del resto, e soffi nelle vele, e spingi la tua barca, come il vento. mia figlia é giá addormentata, domattina quando si sveglierá le faró vedere le foto, sono sicura che le piacerebbe rivedervi e ne farebbe una pelle. é cresciuta tanto. ha le gambettine magre e lunghe e i piedi lunghi e non fa altro che parlare delle sue galline e dei suoi pulcini, e dei nomi buffi che gli da..anacleto il gallo, la gallina turuleta, la bionda, il negro, colofonia,.. lei se ne prende cura come una donnina antica. adora cucinare, e mette sempre la sedia di fianco a me quando preparo da mangiare e mi aiuta e ammassa, e amalgama, frulla, lava,.. é giá pronta da sposare. a volte s'imbroncia allora incrocia le braccia, mette la bocca all'ingiú e aggrotta le sopracciglia. stessa faccia di tuo padre.
vi lascio con un abbraccio grande. spero che continuiate in salute e felicitá. se vi viene voglia di passare da queste parti tutti e quattro assieme scordatevelo, perché non saprei dove mettervi, ma due alla volta possiamo anche stringerci, e sicuro che fará molto molto caldo!
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