sabato 1 novembre 2008

LA VIA

L'uomo in cerca di Allah sarà soddisfatto di una stazione lontana?
No, poichè egli non aspira ad alcunchè fra quanto è inferiore all'Unione.
Il vero cercatore porta un segno sul volto,
sulla sua fronte splende una luce radiosa.
Egli è sempre vicino, cortese, affidabile, risoluto,
indulgente verso i censori, pronto a onorare il vero amico.
Il suo obiettivo trascende tutti gli obiettivi:
nulla vi è che possa ostacolarlo
e il dirupo è per lui una pianura.
A null'altro egli mira, oltre al suo bersaglio.
Da questo non lo distolgono nè l'attaccamento alla famiglia nè il biasimo.
Bella è la definizione che, da sola basta a qualificarlo:
il cercatore della Verità.
Tale è colui che La ricerca;
e solo alla cerca di Essa egli dirige i suoi sguardi.
Poi, spogliando la propria anima dei difetti ch'egli vi trova,
allorchè essa è nuda la riveste di ciò che è opposto ai difetti.
Servitore di Allah in ogni tempo e luogo,
agli obblighi rituali stabiliti dalla Legge di propria volontà ne aggiunge altri,
finchè la Verità sia
il suo Udito, la sua Vista, la sua Lingua, la Sua Parola, le sue Mani e i suoi Piedi.
Egli muore prima della sua morte per vivere nel suo Signore,
poichè dopo questa morte avviene la migrazione suprema.
A render conto egli chiama se stesso prima d'esservi chiamato,
essendo in ciò il miglior supplente della Verità.
Prima del suo proprio essere, egli vede l'Essere della Verità,
lo vede dietro di sè e da qualunque parte si volga.
Allah solo era e null'altro con Lui.
Egli è adesso così come era,
Ultimo e Primo, essenzialmente Uno:
nulla vi è tranne Lui,
l'Interiore, l'Esteriore, senza inizio e senza fine.
Checchè tu veda, vedi il Suo Essere.
Nell'Unificazione Assoluta, in Lui non è alcuna riserva.
Come l'Essenza di Allah potrebbe restare racchiusa sotto un velo?
Là il solo velo è la Sua Luce.

Ahmad al-'Alawi, sceicco e mistico sufi tra XIX e XX secolo.