giovedì 4 maggio 2006

Vieni, amor mio, vieni, in questa notte
sola e triste d’Italia. Sono le tue spalle
forti e belle ció di cui ho bisogno.
Son le tue braccia preziose, la lunghezza
massiccia delle tue cosce e quell’attacco
di gambe, quella compatta
linea che ti circonda e sospende,
fortunato mare, aperta spiaggia mia.
Come dirti, amore, in questa notte
solitaria di Genova, ascoltando
il cuore blu della mareggiata,
sei forse tu quella che viene fra la schiuma?
Baciami, amore, in questa notte triste.
Ti diró le parole che le mie labbra,
per tanto amare, amore mio, non osarono.
Amore mio, amore mio, é la tua testa
d’oro steso vicino a me, il suo ardente
lungo bosco d’autunno chi mi ascolta.
Sentimi, che ti chiamo.
Vita mia,si, vita mia, vita mia sola.

Di chi altro, di chi altro se solamente
posso essere io chi canti alle tue orecchie:
vita, vita, mia vita, vita mia?
Cosa sono senza te, mio amore? Dimmi cosa sarei
senza quel forte e dolce muro soffice
che mi da luce quando sono all’ombra,
suono, quando scappa dai miei occhi.
Io non posso dormire. Quante aurore,
scure, bracendo nelle tenebre,
senza trovarti, amore! Quanti amari
colpi di sale, senza te, contro la mia bocca!
Dove sei? Dove sei? Dimmi, amore mio.
Mi ascolti? Non mi senti
arrivare come una lacrima chiamandoti,
sopra al mare, in questa notte?
(Rafael Alberti - El retorno del Amor en la noche triste)