domenica 22 maggio 2005

La tradizione millenaria della patata in faccia (in Monticello Beach)

Com'è che dovrei stare malissimo e invece mi sento tranquilla come dopo una dose di Serenase? Nella mia tabella di marcia è stabilito che oggi sarebbe stato giorno di disperazione e tormento, grandi pensieri e fotogenici annegamenti in lacrime e fazzoletti. Sarà che sono bagnina...Sarà la sindrome amotivazionale da assunzione prolungata di solventi volatili, sarà che il principio della fine è sempre discreto...ma io oggi proprio questo non me l'aspettavo da me. Oggi dovevo raccogliere i miei pezzettini sbrindellati e attaccarli con lo sputo! Da sola, mestamente, nella mia cameretta, o anche davanti a questo schermo. Mi sento come quando ho sentito per la prima volta quella canzone che fa presagire tristezza a non finire, adattabile a tutte le occasioni in cui si voglia approfittare del proprio corpo per imparare che autoflagellarsi è una pratica analitica nonchè un modo d'essere e successivamente di intendere la vita (poco prima di darsi allo spruzzo nelle piante dei piedi)...dicevo, quella canzone che si chiama "I died" ma la tipa che la canta sta soltanto raccontando di quando un tipo olandese gli ha messo la lingua in mezzo alle gambe la prima volta "e lei morì". E te credo! E io che t'ascolto anche col compasso sulle tempie pronta a farmi male! E come non m'aspettavo di sorridere tanto in quel momento, ora non m'aspettavo di essere così serena. Voglio morire!